Le note delle canzoni di Natale che ci frullano per la testa e l’aria frizzante nello spasso per lo shopping, ci incorniciano le giornate affinché le possiamo ricordare tra dieci, quindici anni come un quadretto delizioso tra i flashback piacevoli.
Santa Claus porterà regali per tutti e gli alberelli infiocchettati di blu, verde ed argento (non più solo rosso) nei nostri salotti faranno da chioccia a tutti i “pensieri” e “pensierini” che ci faremo.
Le serate trascorreranno leggere ed “alticce” per i vinelli più o meno cari ,che accompagneranno i pasti abbondanti che ci concederemo e tutto sarà perfetto o quasi.
Si, lo sarà fino a quando, non andremo a chiederci del perché di tutto questo.
Chi è l’ospite importuno che non viene mai menzionato nei film americani ,dove la magia della natalità si compra e si vende con la bontà di un solo giorno all’anno e che arrivando in una grotta “al freddo e al gelo” ha reso reale il riscatto di tutti noi?
Lo abbiamo dimenticato nella bagarre del rito pagano, che abbiamo fatto diventare lo scambio degli auguri che ci facciamo tutti gli anni, spesso sapendo veramente poco del perché il giorno di Natale, per noi è la festa più grande di tutte.
Auguri.