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Non poteva finire così: il Tar sospende l’ordinanza di De Luca

Non poteva finire così. E’ di recente pubblicazione la decisione del Tar di sospendere l’ordinanza con la quale De Luca decide di rinviare l’apertura a fine mese delle scuole dell’infanzia, primarie e medie.

Il Tribunale accoglie, così, il ricorso presentato dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato e dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.

La decisione del Giudice è immediatamente esecutiva e da domani tutte le scuole torneranno aperte.  Grida di esultanza sembrano provenire dai vari social e dai gruppi dei genitori, esultanza ma anche tanta rabbia.. Rabbia perché ancora una volta si era pensato di sacrificare i nostri figli.

L’emergenza sanitaria c’è, la pandemia c’è, la situazione degli ospedali preoccupa, i contagi preoccupano, la fine di questo incubo è lontana, ma la soluzione non si può scrivere sulla pelle dei più piccoli.

Come se chiudere le scuole fosse la panacea per una situazione di per sé stessa alla deriva, come se andare a scuola in presenza fosse meno importante di andare a cena fuori, in pizzeria, allo stadio o in palestra.

Dimentichiamo la funzione di inclusione della scuola, educativa, formativa, relazionale e le concediamo solo una prerogativa meramente didattica? No, non è così. La scuola è fondamentale, andare a scuola è fondamentale. E allora mi risponderete, ma non li leggi i giornali? Non li vedi i numeri? Ci sono altri numeri dei quali, però, ci stiamo dimenticando. 

C’è il tasso di dispersione scolastica, ci sono i numeri che misurano i trend di accesso ai Pronto Soccorso italiani per patologie neuropsichiatriche infantili che hanno registrato un incremento del più 147% per “ideazione suicidaria” , più 115% per depressione e più 79% per disturbi alimentari rispetto al periodo pre-Covid; ebbene questi numeri sono strettamente correlati con lo “stravolgimento del sistema scolastico”, mentre non siamo assolutamente sicuri che la frequenza a scuola determini un aumento dei contagi che attualmente avvengono soprattutto nelle famiglie dove si abbassa la colonnina di allerta e si abbandonano i sistemi di protezione.

I nostri figli, invece, sono bambini virtuosi: hanno accettato la mascherina, igienizzano le mani, rispettano le distanze, hanno abbandonato i giochi e le marachelle che noi tutti abbiamo fatto alla loro età e sapete per che cosa? Non certo per far contenti mamma e papà.

Ma per continuare a guardarsi negli occhi, a scambiarsi un sguardo di complicità o disappunto, a farsi una risata o dirsi una piccola parolaccia seppur dietro lo schermo della FFP2.. Vogliamo togliere loro anche questo? E poi siamo sicuri che ci piacerà quello che ci “ritornerà” domani dai nostri figli dopo tante costrizioni? Io non lo so.

E poi fa rabbia come siano state considerate le mamme in questo terribile fine-settimana. Come se tutte avessero la possibilità di abbandonare tutto e sedersi dall’oggi al domani alla scrivania coi loro figli, come se in Campania nessuna mamma avesse un lavoro o potesse chiedere improvvisamente ferie o così via.

Insomma tanta, tantissima indignazione. Ma per fortuna il Tar ha sospeso l’ordinanza e queste sono solo chiacchiere, per fortuna. Per ora.

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