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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PIZZA

Oggi un simpatico collage postato dalla Maestra di mia figlia sul gruppo della scuola, mi offre lo spunto per smorzare un po’ i toni di questo difficile periodo che stiamo attraversando e parlare, invece, di un evento allegro e gioioso che si tiene in data odierna: la “Giornata internazionale della Pizza”, nel resto del mondo conosciuto come il “World Pizza Day”.

I bimbi in foto pasticciavano con acqua e farina con evidenti segni di goduria, senza sapere che a modo loro stavano creando “il pasto della felicità”.

Si, perché la pizza sembra essere davvero il cibo che mette d’accordo tutti: emblema del Made in Italy per eccellenza, in Italia viene consumata almeno una volta a settimana da una persona su dieci e, nel resto del mondo, il consumo è altrettanto diffuso.

Più che pietanza la pizza  è un vero e proprio comfort food , cibo d’eccellenza da condividere in compagnia. La pizza è da sempre l’occasione per festeggiare; il motivo d’incontro; nelle serate in comitiva è la soluzione che non crea disaccordo, che si beffeggia delle divergenze di vedute sull’argomento alimentazione e che se a tavola siedono vegetariani e non, salutisti e non, amanti del bio e non, persone a dieta e persone non a dieta, c’è lei la pizza fumante e profumata che sembra dirti: -ma goditi la vita e concentrati sulle cose belle, che oggi a te ci penso io–; è in genere la protagonista delle prime uscite degli adolescenti; è il pretesto per approcciare e quello per fare pace…. insomma chi più ne ha più ne metta, c’è sempre una buona occasione per uscire a mangiare una pizza.

Regina indiscussa della cucina napoletana, la pizza, ed in particolare la classica margherita, porta sulle nostre tavole l’eccellenza della dieta mediterranea, una magia che nasce da acqua e farina, una lunga lievitazione, un po’ di sale, tanto pomodoro, mozzarella o fior di latte ed un filo d’olio.

Ovviamente, c’è pizza e pizza e come ci spiega Antonio Pace, il Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, ci sono dei segreti per renderla unica e per saperne riconoscere l’autenticità.

L’ottima pizza napoletana è di forma circolare e rinchiusa in un cornicione che non deve essere alto più di uno o due centimetri, premendone su un lato deve poi ritornare al posto d’origine, come indice della corretta lievitazione, deve rimanere morbida ed avere la giusta cottura senza presentare eccessive bruciature, e poi deve emanare quel tipico profumo di pomodoro fresco e mozzarella o fior di latte doc, olio extravergine d’oliva necessariamente italiano e, tocco magico, la fogliolina di basilico.

Ma la pizza è “come un vestito su misura” ricorda Antonio Pace, e se il disco di pasta è fatto nel modo giusto e con ottimi ingredienti, la si può condire come si vuole: dalla più semplice aglio, olio ed origano alle più complesse e ricche pizze gourmet, passando per la classica margherita.

La pizza è davvero il cibo della felicità, per questo nel 2017 l’Unesco riconosce l’Arte dei pizzaioli napoletani quale patrimonio immateriale dell’umanità e viene istituita la Giornata Mondiale della Pizza.

La sua cadenza viene fissata al 17 gennaio perché in questa data si celebra Sant’Antonio Abate, santo patrono dei mugnai e dei pizzaioli, in onore del quale era tradizione che le famiglie dei pizzaioli napoletani accendessero sulla collina di Capodimonte un falò portafortuna, il focarone o focazzo, che aveva anche lo scopo di salutare l’anno vecchio ed accogliere quello nuovo.

Da allora il World Pizza Day è un’occasione di festa in tutto il mondo.

Certo il periodo più duro della  pandemia non ha regalato buona sorte a pizzerie e pizzaioli, ma neppure ne ha segnato il tramonto: se da un lato gli italiani hanno rimesso le mani in pasta ed è vertiginosamente aumentato il consumo della pizza in teglia fatta in casa, dall’altro il delivery e l’asporto hanno conosciuto un incremento ed uno sviluppo senza precedenti, sono stati inventati nuovi ingegni per il trasporto, aumentati i rider per le consegne, digitalizzati attraverso app e siti appositi i meccanismi per le ordinazioni. Insomma, un mercato in fiorente crescita.

E se tutti i quotidiani amano ricordare la famosa frase pronunciata da Giulia Roberts “Ho una storia d’amore con la pizza” nel film Mangia, Prega, Ama mentre si gustava la sua margherita nella storica pizzeria “Da Michele” di Napoli, a me piace pensare alle magliette che indossano tutti i dipendenti di un’altrettanto famosa pizzeria di Vico Equense: “Have a pizza and the world will smile to you”… E già, che sia tonda o in teglia, in pizzeria o fatta in casa, la classica margherita o la più originale che ci sia, basta mangiare una pizza  e sembra che tutto  il mondo ti sorrida.

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