Il 1 novembre 2005 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituisce la Giornata della Memoria per ricordare il genocidio degli ebrei avvenuto nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta della tragedia più drammatica della storia del genere umano.
La cadenza al 27 gennaio perché in tale data, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono per la prima volta nei campi di concentramento di Auschiwitz e svelarono al mondo l’orrore che vi regnava.
I soldati russi trovarono quanto di più atroce si possa immaginare, oltre a circa 7000 prigionieri in condizioni disumane, scoprirono ammassi di scarpe, indumenti ed oggetti appartenuti a chi non c’era più, oltre all’orrore dei forni crematori e delle camere a gas.
Intanto i nazisti erano fuggiti prima dell’arrivo degli alleati ed avevano provato a bruciare i documenti e a distruggere i forni crematori.
Solo ad Auschwitz morirono più di un milione di persone, ma quello purtroppo non era l’unico campo di concentramento nazista: tra il 1933 e il 1945 la Germania costruì più di 40.000 strutture con diversi scopi, tra i quali la detenzione , il lavoro forzato e l’eliminazione dei “Nemici dello Stato”.
La maggior parte dei prigionieri nel primo periodo era costituita da cittadini tedeschi da combattere: Rom, omosessuali, testimoni di Geova, ma anche comunisti e socialisti.
Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, nel 1938, i nazisti cominciarono ad arrestare e deportare nei campi di concentramento gli Ebrei tedeschi, di lì a poco e man mano la deportazione arrivò a riguardare indistintamente tutti gli Ebrei.
Nei campi di concentramento le persone vennero torturate, abusate, usate come cavie per esperimenti e, infine, massacrate.
Ai campi di concentramento pochissimi, rispetto alla mole di deportati, riuscirono a sopravvivere.
Lo sterminio degli Ebrei viene ricordato con il termine Shoah. Nella lingua ebraica la parola significa “tempesta devastante”.
Molti accomunano il termine a quello di Olocausto, con quest’ultimo si fa riferimento, però, ad una forma di sacrificio praticata nell’antichità, nella religione greca e in quella ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata. Con Shoah, invece si vuole fare riferimento ad un sacrificio, una tragedia, che si poteva evitare.
La Giornata della Memoria è, pertanto, una giornata per non dimenticare; è un momento in cui, in tutto il mondo, si commemorano le vittime dell’odio, del fanatismo e del razzismo ed è un monito per evitare che la Shoah si ripeta nuove volte nel corso della storia.
Ecco perché sono preziosissime le testimonianze dei pochissimi sopravvissuti ancora in vita e dei loro scritti, così come importanti sono i vari documentari che sono stati prodotti nei decenni a seguire.
Ricordare per non dimenticare.