Settanta e non sentirli in una vita che ne vale 140, come egli stesso ha dichiarato, per la fatica nei primi anni a combattere, nella vita reale fatta di sregolatezza e di eccessi, i lunari da sbarcare e il successo da anelare. Poi l’esplosione, come la potenza di una cometa che lo fa schizzare come un proiettile nel gotha dei nomi che contano e l’esistenza ancora sopra le righe a combattere con il talento, la parte buona, che all’alba dell’ottavo decennio ha trionfato da un bel po nell’eterna lotta, regalandoci un artista che ci può dare ancora tanto, tantissimo. Un Vasco Rossi da godersi come un frutto completamente maturo che domina i palchi e gli stadi gremiti meglio di come faceva trenta anni fa, in concerti che potrebbero durare sei, sette ore per il numero di canzoni che ha da proporre. Un vincente nemico del banale, il “provocatore” del rock italiano che più italiano non si può, l’esistente spericolato che è ancora qua a riempirci le play-list nelle nostre giornate di uomini attivi o super sedentari, un giovanissimo settantenne la cui vita va sempre “a gonfie vele”. Buon compleanno Vasco.