Il mito della caverna
E’ uno dei miti o allegorie principali di Platone.
Platone è, insieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele, uno dei filosofi principali del pensiero occidentale. Egli amava esprimere il suo pensiero attraverso la forma allegorica: le sue immagini aiutavano a sviscerare un pensiero complesso e a renderlo di più semplice lettura.
Il mito della caverna è sicuramente il più famoso e significativo dei suoi racconti.
Proviamo a spiegarlo con parole semplici.
Il tutto si svolge in una caverna buia e angusta. All’interno ci sono dei prigionieri incatenati con lo sguardo rivolto verso il muro. Alle loro spalle vi è un enorme fuoco e tra il fuoco e la caverna un muretto lungo il quale passeggiano delle persone che trasportano oggetti di varia natura. I prigionieri, pertanto, vedono soltanto le ombre degli oggetti e delle persone.
Si immagini che un prigioniero venga liberato: egli, inizialmente, resterebbe abbagliato dalla luce del fuoco, i suoi occhi ne soffrirebbero e solo dopo molto tempo potrebbe riuscire a sostenere la luce e a guardare realmente gli oggetti distinguendoli dalle loro ombre. Una volta abituatosi all’ambiente esterno ed apprezzato il bagliore del sole egli vorrebbe sicuramente tornare indietro e liberare i suoi compagni. Incontrerebbe, però, il timore di questi ultimi i quali, dubbiosi del suo racconto, potrebbero volere anche ucciderlo per non subire il dolore dell’accecamento e la fatica della salita.
Cosa ci vuole dire Platone?
Tre sono i protagonisti del suo racconto.
I prigionieri: siamo tutti noi spesso forgiati da credenze illusorie o più, semplicemente, aggrappati ad una visione fasulla della realtà. Il più delle volte vediamo solo le “ombre” di ciò che ci circonda. Il nostro pensiero è offuscato ma, allo stesso tempo, siamo anche restii ad accettare una spiegazione difforme solo perché in quel momento ci risulta scomoda o differente dalle nostre convinzioni.
Il prigioniero liberato: è il filosofo, che attraverso lo studio e la sapienza riesce a conquistare una conoscenza “pura e reale” delle cose. Ma non è solo il filosofo, ognuno di noi può liberarsi e giungere ad una conoscenza più “illuminata”, ma è un percorso arduo, lungo e faticoso. Ogni volta che ciò accade si ha la tentazione di condividere e diffondere la nuova ragione ma, inevitabilmente, si incontra l’ostilità e la resistenza di chi, abituato ad una concezione differente, non accetta una visione differente anche per comodità o per rifuggire dalla fatica che essa comporta.
Il fuoco: è tutto quello che si frappone tra noi e la verità. Credenze, pregiudizi, rigidità e persino i mass media, sono tutte cose che condizionano incredibilmente la nostra capacità di osservare e di ragionare.
Ai nostri cari bambini possiamo raccontare il mito della caverna e spiegare che non debbano mai fermarsi alle apparenze ma andare sempre oltre ed accettare con grazia chi ha una visione differente dalla nostra anche se può sembrare difficile o scomoda.