Le nuove regole.
Gli intramontabili tormenti delle mamme lavoratrici: avrò abbastanza tempo per tutto? Riuscirò a prendermi cura al meglio del mio bambino? Come farò a conciliare il mio lavoro con la mia nuova vita da mamma? Sarà sufficiente quello che riuscirò a fare? E ancora… Riuscirò a dare il meglio di me stessa sia a lavoro che a casa? Dovrei ridurre, cambiare o lasciare il mio lavoro?
Questi e tanti altri gli interrogativi che attanagliano le mamme. A volte sembra così difficile, così pesante gestire la quotidianità che l’unica certezza sembra quella di non riuscirci. Altre volte non si ha tempo nemmeno per pensare e le incombenze si susseguono una dietro l’altra in un crescendo vertiginoso che ci lascia quasi senza possibilità neppure di pensiero.
Conciliare vita lavorativa e vita familiare nei primi anni di vita dei bambini è davvero difficile. Le esigenze dei piccoli sono sia di ordine materiale e pratico che di ordine affettivo. Nelle famiglie italiane spesso vige ancora una tradizione che vede le nonne accorrere in aiuto e accudire i piccoli quando i genitori non possono per ragioni lavorative. Una nonna riesce a trasmettere ad un piccolino tutte le cure necessarie e lo fa con un’esplosione d’amore che, indubbiamente, giova ed arricchisce il bambino. Ma, ovviamente, tutto ciò non sempre è possibile. Ci sono gli asili nido, certo. Le baby-sitter ovvio. Ma risolvono solo in parte il problema e non sono economicamente alla portata di tutti.
I bimbi hanno esigenze pratiche, ma anche affettive.
Questo i nostri governi lo sanno benissimo, ecco perché la “Tutela della genitorialità” è materia costante di interventi e di revisioni.
Il Decreto Legislativo del 30 giugno 2022 apporterà importanti modifiche a riguardo ed entrerà in vigore il 13 agosto 2022. La sua ratio punta a migliorare la disciplina attuale e ad attenuare le disparità di genere.
Di seguito elenchiamo le novità:
- Congedo di paternità obbligatorio: esteso a 10 giorni lavorativi. E’ fruibile dal padre nel periodo che va trai 2 mesi antecedenti al parto e i 5 mesi successivi, necessità di 5 giorni di preavviso e si estende a 20 giorni in caso di parto plurimo.
- Retribuzione al 30% del periodo di astensione facoltativa aumentato fino ai 12 anni del bambino.
Tale periodo passa anche dagli attuali 6 mesi a 9, è richiedibile da entrambi i genitori, anche se lo stesso genitore può fruirne fino a 6 mesi.
- Innalzamento da 10 a 11 mesi del congedo parentale qualora vi sia un solo genitore o qualora il genitore abbia l’affidamento esclusivo.
Le modifiche introdotte dovranno essere applicate anche ai conviventi di fatto.
Sono piccoli passi, ma importanti, verso una condizione di welfare familiare più sostenibile. Ricordiamoci che una madre lavoratrice che ottiene delle agevolazioni sta, in realtà, lavorando per tutta la società, non solo per la sua famiglia. I bambini di oggi sono i futuri uomini e donne di domani ed avranno ciascuno il loro “peso” nella società. Il tempo che gli dedichiamo è o non è a vantaggio di tutti?
Secondo me si e, sicuramente, anche secondo voi.