E parlando di scuola…..
Cara redazione,
spesso affrontate il tema della scuola.
C’è un aspetto di cui non avete mai parlato: il rapporto dei genitori con gli insegnanti.
Spesso ascolto discorsi di mamme infuriate, tumultuose, in aperta protesta, se non in guerra con gli insegnanti. Ma perché oggi succede questo? Ai miei tempi non era così…
-Annalisa-
Gentile Annalisa, la ringraziamo per la tematica sollevata. L’argomento è significativo, quanto attualissimo.
Gli aspetti da prendere in esame sono più di uno e riguardano tutti la trasformazione in atto (se non il degrado) del vivere civile. Se ci rivolgiamo diversamente, se protestiamo e contrastiamo è un po’ l’effetto (ovviamente sbagliato) dei tempi che cambiano e dell’emergenza educativa che colpisce in modo individuale a qualsiasi età. Ma proviamo a guardare il problema da lei sottolineato più da vicino.
Il rispetto per gli insegnanti.
Innanzitutto ai bambini va insegnato, da parte dei genitori, il rispetto per gli insegnanti.
Il riconoscimento della professionalità, delle competenze e di un ruolo non paritario che distingue chi insegna da chi deve imparare.
Solo se si assume questo concetto quale dogma si può iniziare a snodare in modo sano il rapporto genitore-insegnante.
Una scarsa considerazione del ruolo del docente e il mancato riconoscimento della sua autorità non possono che portare la “relazione” verso un piano di conflittualità latente o manifesta.
Il punto di vista differente.
Mio figlio in disegno è il più bravo.
Ogni genitore vede il figlio come un campione o al contrario (qualche volta) come una schiappa.
Il punto di vista di un genitore è sempre (e giustamente) condizionato da un forte elemento emozionale.
A casa va bene, ma a scuola lasciamo giudicare chi deve farlo ed accogliamo il suo giudizio: non è una critica, ma un’opportunità. Di crescere e migliorare. Per i genitori e per gli alunni.
E riguardo all’aspetto comportamentale?
Ricordiamoci che la scuola è il trampolino di lancio dei bambini. Ci vanno per spiccare il volo. Ed anche per liberarsi da quelli che sentono essere i condizionamenti della famiglia e le aspettative da rispettare.
Capito ciò non stupiamoci più se nostro figlio a scuola si comporta diversamente da quanto fa a casa. E’ normale che lo faccia.
Ricordiamoci che gli insegnanti sono soprattutto educatori e non sprechiamo tempo a contrastare le loro linee guida (se non in casi estremi).
Piuttosto valorizziamo quanto ci dicono per la costruzione di un rapporto più equilibrato con i nostri figli anche a casa.
Quando abbiamo dei dubbi sull’operato, sia che sia strettamente didattico o sia che sia afferente all’aspetto comportamentale degli insegnanti dei nostri bambini, ricordiamoci che: un buon insegnante è come una candela, si consuma per illuminare la strada agli altri (Mustafa Kemal Ataturk).
Dopo potremo ripensare alla cosa ed iniziare, magari, un confronto, purché resti un confronto civile.
È anche relazionandoci con rispetto e cortesia, in generale a tutti, e agli insegnanti soprattutto che educhiamo i nostri bambini.
Infine vorrei concludere con un suggerimento di lettura: il patto educativo di corresponsabilità.
Un documento messo a punto dal Ministero dell’Istruzione quale supporto per una buona interazione scuola-famiglia.
Potete consultarlo al seguente link: www.miur.gov.it/patto-educativo-corresponsabilita
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