Il Vangelo di oggi ci porta nel Tempio di Gerusalemme.
Lì le persone ne osservano la magnificenza, ma il Signore afferma: «Di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Poi continua spiegando come nella storia quasi tutto crolla:<< ci saranno, dice, rivoluzioni e guerre, terremoti carestie, pestilenze e persecuzioni>>
Perché Gesù è così pessimista?
L’intento del Signore non è quello di abituarci al pessimismo, anzi è un altro, spiega Papa Francesco è << quello di donarci un insegnamento prezioso, cioè la via di uscita da tutta questa precarietà>>.
Allora il Signore ci svela la via e la strada maestra è la perseveranza: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
La parola perseveranza vuol dire essere severi. Ma in che senso?
Severi con se stessi non ritenendosi all’altezza? No.
Severi con gli altri diventando rigidi ed inflessibili? Nemmeno.
Gesù ci chiede di essere severi in ciò che a lui sta a cuore.
Spesso, come la gente del tempio, dedichiamo molte energie e concentrazione alle cose che passano, ai nostri successi, alle nostre tradizioni. Sono cose importanti, ma che passano, spiega Papa Francesco. Gesù, invece, ci chiede di essere perseveranti su quello che non passa.
Costruire ogni giorno il bene.
Perseverare è rimanere costanti nel bene, soprattutto quando la realtà attorno spinge a fare altro, spiega Sua Santità.
E poi ci invita a riflettere sulla nostra perseveranza e sui nostri comportamenti quotidiani.