Stasera prendiamo spunto da un manifesto affisso tra le strade della mia città che con ironia saluta il 2022.
Il manifesto, che non possiamo riprodurre perché è un invito pubblicitario di un bar della zona, annuncia la fine del 2022 dopo 365 giorni di agonia tra guerre e pandemia …
Ne danno il triste annuncio:
-il caro benzina, i benzinai e tutti i Santi degli automobilisti;
-la bolletta della luce e la riscoperta della candela:
-Biancaneve che se la spassa i nani e tutti quelli che con buoni propositi attendono l’inizio dell’anno venturo.
Scherzi a parte e lasciando in pace Biancaneve e i suoi amici nani, il 2022 è stato un anno davvero difficile.
La pandemia, che tale e quale ad un perfido nemico, ha giocato a nascondino dandoci in qualche momento l’illusione di una falsa tregua ma non ci ha mai abbandonato. Anzi, sembra proprio adesso che l’anno volge alla fine, accelerare la marcia della sua presenza e ricordarci che di Covid ci si ammala ancora e si può ancora anche morire, purtroppo.
La guerra in Ucraina, iniziata a febbraio ci ha angosciato per tutto l’anno. Dopo un po’ i notiziari hanno smesso di parlarne in modo continuativo e prevalente, ma i social e tutto il mondo dell’informazione hanno fatto in modo che non si spegnessero mai i riflettori su quanto accadeva non lontano da noi.
E come poteva essere altrimenti? La crisi umanitaria che come la guerra è ancora in corso non può non coinvolgerci, noi che siamo vicini di casa dell’Ucraina e da anni ospitiamo chi da quelle zone viene in Italia per cercare un po’ di conforto e fortuna.
Abbiamo inviato aiuti, accolto gli sfollati, aperto le porte delle nostre case e del nostro cuore, ma non è bastato, siamo vittime anche noi..
La guerra ha comportato, oltre alla crisi umanitaria, una gravissima crisi economica.
L’aumento del prezzo del grano ha fatto schizzare il costo del pane e della pasta alle stelle. Beni primari, indispensabili, con un costo ormai elevatissimo.
Sul caro vita ha inciso anche l’aumento dei carburanti. Gas e petrolio hanno raggiunto e superato i massimi storici. E con un effetto domino aumentando i carburanti aumenta di tutto. Aumenta la produzione dei beni, il costo delle loro materie prime, il costo dei trasporti. Ogni prodotto finito costa oggi molti di più di un anno fa. Il potere d’acquisto è notevolmente diminuito mentre i salari sono rimasti invariati, ci siamo impoveriti. Ne hanno risentito soprattutto i settori del lusso, quelli legati agli hobby e al tempo libero, il mondo della cultura e dell’intrattenimento. Certo, questa estate, lo abbiamo sentito, pochi italiani hanno rinunciato alle vacanze, ma forse le hanno dimezzate, hanno scelto ciascuno mete più abbordabili, soluzioni più economiche.
Certo in qualche modo bisognava pur fare. E la metafora della candela è solo un modo per sottolineare, ironizzando, che il 2022 ci ha fatto tornare indietro.
Indietro sul piano sociale, economico, sul tenore di vita e delle relazioni.
Per questo, diciamo pure che lo salutiamo senza rimpianti.
Augurandoci il meglio e di meglio per il nuovo Anno che verrà.
E voi?
Cosa buttate e cosa conservate del 2022?
Raccontatecelo a scrivimitu10@libero.it