Il Vangelo della Liturgia odierna riporta la testimonianza di Giovanni il Battista, il quale dopo aver battezzato Gesù nel fiume Giordano dice: «Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me»
Tale affermazione rivela lo spirito e la missione di Giovanni. Egli era stato inviato per preparare la strada a Gesù. Compiuta la sua missione sa farsi da parte e si mette egli stesso in ascolto. Forma molti discepoli, ma non lega nessuno a sé, bensì li mette sulla strada di Gesù.
Giovanni, spiega il Santo Padre, ci insegna la libertà dagli attaccamenti. E’ facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati,ma non è una cosa buona perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettarsi il contraccambio.
Questo vale in ogni ambito e servizio della vita.
Pensiamo ai genitori, spiega Sua Santità. Per un pezzo accompagnano i loro figli, gli dedicano tutto il tempo, tutte le energie, ma, ad un certo punto, devono sapersi fare da parte e lasciarli liberi di intraprendere le loro strade, pur non lasciandoli mai soli. Devono lasciarli liberi di crescere. Lo stesso vale per l’amicizia, per la vita di coppia, per la vita comunitaria.
E da qui Papa Francesco ci lancia una sfida. Proviamo a chiederci: siamo capaci di fare posto agli altri? Di ascoltarli, lasciarli liberi e non legarli a noi pretendendo riconoscimenti? Lasciamo loro esprimersi?
Ed ancora, sull’esempio di Giovanni: sappiamo gioire del fatto che le persone prendano la loro strada? Anche se questo porta un po’ di distacco da noi..
Sappiamo gioire dei loro traguardi, senza invidia e con sincerità? Questo è lasciar crescere gli altri.