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All’improvviso il “Paradiso” ?

Soccavo come Lanùs, la periferia di Napoli come i barrios di Buenos Aires. C’era una volta il Centro Paradiso.

Moltissimi sanno cos’era. In quel centro, nella periferia flegrea, si è allenato, fra gli altri, il più grande di sempre, proprio lì (anche lì) D10S (ma non solo lui), ha dispensato magia, gioia, bellezza, emozioni.

Il Centro Paradiso è stato per anni luogo di passione in fermento, di energia pulita, di pellegrinaggio mistico, di simbiosi totale. La folla che lì si radunava per gli allenamenti, il tragitto del pullman con la squadra il giorno della partita dal Centro Paradiso, all’allora San Paolo, erano qualcosa di indescrivibile, uno spettacolo unico, irripetibile per chi ha avuto la possibilità di assistervi ed al tempo stesso un “peccato” che i più giovani scontano per non averne potuto godere.

Il Centro Paradiso è un pezzo di memoria, un pezzo pregiato della storia del Napoli Calcio, del Napoli vincente dove tutto è iniziato, una parte di quel museo del Napoli Calcio che si vorrebbe realizzare.

Travolto dal dissesto del fallimento, il Centro Paradiso ha vissuto uno stato di progressivo declino, oggi è un ammasso indefinito di ruggine, calcinacci e sterpaglie, un’area di rifugio per disperati.

Un gruppo di capitani coraggiosi, ragazzi del posto, hanno costituito una apposita associazione per la riqualifica di quel luogo da mettere a disposizione del territorio, ma ahimè senza risultati tangibili. Non è facile combattere, per giunta con armi spuntate, contro la burocrazia montante, l’inefficienza delle istituzioni e di investitori più o meno probabili. Ma ciò che più imbarazza e dispiace è il silenzio, l’assenza in questa vicenda della SSCN. Oggi nessuno più e meglio della SSCN è in grado di catalizzare l’attenzione sul dissesto del Centro Paradiso e tentarne effettivamente il recupero. Sarebbe mirabile se il Napoli riuscisse a recuperare il Centro per farne magari punto di aggregazione, di ritrovo per le giovani promesse del luogo e restituirlo così al territorio, magnifico: il Napoli che restituisce alla città.

Sarebbe la vittoria più bella che consegnerebbe l’attuale gestione non alla storia, ma alla memoria imperitura, la prova inappellabile che il Napoli è anche di Napoli, non solo un’impresa di famiglia.

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