E’ il titolo di un album dell’Ornella nazionale pubblicato nel 1976, frutto della contaminante collaborazione con artisti brasiliani; mi sembra la sintesi perfetta per descrivere il bello e il brutto andato in scena ieri.
La voglia di passare ai quarti di Champions, dopo la partita di andata era divenuta una possibilità concreta altamente probabile.
La squadra ed il pubblico presente allo stadio hanno brillantemente messo in campo questa voglia, rendendola non un astratto desiderio, ma partecipazione corale di una volontà comune.
La pazzia ha preso forma negli atti di violenza assurda, gratuita e sconsiderata che ancora una volta, hanno preceduto e susseguito la partita. Proiezione di un’ ombra buia, figlia del rancore e dell’odio generato dall’istinto velenoso di anime tossiche, questa pazzia è sempre più spesso, purtroppo, espressione del nostro tempo.
E’ un problema dell’umanità, relegarlo a mero fenomeno di “tifo violento” sarebbe parziale e forse un errore. Non so se ci sia una soluzione a portata di mano contro questa follia, sicuramente è possibile debellarla, iniziamo ciascuno a fare il nostro, isolando i violenti, contribuendo ad identificarli, comportandosi bene.
Quanti di noi, in tutta coscienza, avrebbero scommesso sul lusinghiero andamento di questa stagione ? Aver conferito consapevolezza nei propri mezzi ad un gruppo “incosciente” ossia inconsapevole della propria forza, credo sia il motivo principale dei risultati finora raggiunti.
L’allegria per il passaggio ai quarti è il sentimento prevalente rispetto al pur pesante strascico per i danni e all’amarezza frutto della pazzia.
Tre squadre italiane qualificate ai quarti di Champions non si vedevano da un tummulo di tempo, ma la storia l’ha fatta il Napoli, “la storia siamo noi nessuno si senta offeso”.
Abbiamo un sogno nel cuore, una meta da conquistare, un viaggio da assaporare, un’attesa da celebrare, una memoria da onorare, un’allegria da arginare, una gioia da condividere: è tanta roba andiamo !