Dottore che sintomi ha la felicità?
Ve la ricordate questa frase di un famoso pezzo del mitico Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti?
Ebbene è una delle domande esistenziali di più difficile risoluzione.
Da sempre la “felicità” o meglio l’aspirazione alla felicità ispira poeti, scrittori, musicisti ed artisti vari.
Ma che cos’è la felicità?
Le definizioni sono varie, sul web si può leggere davvero di tutto.
Navigando, una di quelle che mi ha colpito di più è stata quella di Dickens e recita così:
“La felicità è un dono e il trucco è non aspettarlo, ma gioire quando arriva”
Ad ogni modo, al di là del carattere intimo e personale che il concetto di felicità può assumere per ognuno di noi, si tratta di uno stato di benessere dall’entità più o meno condivisa verso il quale tendono un po’ tutte le popolazioni del mondo. Insomma, il concetto di felicità ha una valenza anche politica.
La Giornata Internazionale della Felicità
La Giornata è stata istituita nel 2013 e si celebra il 20 marzo di ogni anno.
Con la risoluzione 66/281 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito la data di tale ricorrenza dando corso ad un’idea promossa tempo prima dal Buthan e, non a caso, per tale ricorrenza, è stato scelto il giorno dell’equinozio di primavera, giorno che simboleggia il fiorire della vita.
Questo piccolo regno asiatico, localizzato nel cuore della catena himalayana è noto, appunto, per essere lo stato più felice del mondo. In realtà si tratta di una monarchia costituzionale a cultura fortemente buddista e si dice che i buthanesi non temono la morte e credono che questo sia l’atteggiamento giusto per migliorare la propria vita.
La loro cultura e filosofia ha fatto sì che in Buthan venissero promosse ideologie che vedono nella “felicità Nazionale un valore da perseguire e con importanza superiore anche al prodotto nazionale lordo”. Questo Paese ha, altresì, ospitato la riunione di alto livello su “Felicità e benessere: definire un Nuovo Paradigma Economico” durante la 66ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Perché la felicità è socialmente così importante?
In un ambiente sociale felice si vive meglio. C’è più resilienza, più collaborazione, c’è senso di appartenenza, maggiore percezione del benessere, vita sociale attiva. Tutti vantaggi. Ecco perché sentirsi felici è anche socialmente e politicamente importante.
Chi sono i più felici al mondo?
Il World Happiness Report pone per la sesta volta la Finlandia al primo posto della classifica sui 109 paesi industrializzati analizzati. Ai vertici ci sono altri paesi del Nord Europa mentre L’Italia si colloca solamente al 33esimo posto, in calo rispetto agli anni precedenti.
I parametri analizzati sono: reddito, salute, avere una sensazione di libertà nel prendere le decisioni più importanti della vita, disponibilità ad essere generosi, corruzione percepita.
Qual è la ricetta della felicità?
La felicità non è proprio un concetto universale e non esiste una vera ricetta per essere felici. Le variabili sono tante ed in buona parte sono soggettiva, ma la via maestra passa, comunque, per delle tappe quasi obbligate.
Fare cose per gli altri, prendersi cura del proprio corpo, apprezzare il mondo, godere delle piccole cose, cercare di imparare sempre cose nuove, cercare di guarire e dare un senso alla propria vita, sono davvero dei modus vivendi indispensabili per una vita sana e serena
E poi ci sono i cibi, i famosi cibi del buon umore che allontanano la tristezza e ci riconciliano con la vita.
Il cioccolato, la patata dolce, il salmone, la carne rossa, mirtilli e fichi. Meglio se croccanti e gommosi e dai colori vivaci.
Ne abbiamo dimenticato qualcuno?
Ovviamente si! La famiglia regale degli alimenti per la felicità resta composta dai carboidrati. Pane, pasta, biscotti sembrano nati proprio per regalarci il sorriso… ed ovviamente la mitica pizza! Bella da vedere e buona da mangiare, lei si che riesce davvero a cambiare le giornate!