Non riesce alla squadra azzurra il passaggio del turno anticipato, contro un modesto Union Berlino. Finisce 1-1 al Maradona con i teutonici che interrompono la lunga sequela di sconfitte 12, che aveva segnato il loro cammino fino ad oggi.
I tedeschi reduci da una lunga serie di sconfitte, non hanno inteso proporsi come vittima sacrificale e senza neanche tante difficoltà sono, riusciti a spezzare quell’incantesimo che oramai era diventato insostenibile.
Per la legge dei grandi numeri, era scontato che dovesse arrivare un risultato utile, tuttavia gli azzurri erano chiamati a rispondere alle critiche che li vede protagonisti in negativo, arrancare in campionato e soprattutto non essersi ancora qualificati in u girone tutt’altro che complicato.
Gli errori che si ripetono senza soluzione di continuità e che purtroppo hanno contraddistinto fino ad oggi, sono sempre gli stessi.
Gioco frammentario, mancanza di profondità, assenza di pressione sugli avversari, scarsa incisività sotto porta, forma approssimativa dei calciatori, prime frazioni di gara spesso regalate. Un non gioco in sintesi che si traduce in una ragnatela di passaggi sterili che non portano nessun vantaggio, paventando invece limiti evidenti che si concretizzano in brutte prestazioni.
Insomma, un passo indietro tra il calcio propositivo spallettiano,e quello difensivo e conservativo del tecnico francese.
Probabilmente l’equivoco è tutto qua. Chi attendeva un calcio champagne, tutto di prima e con verticalità, almeno come paventato all’inizio, sarà rimasto deluso dall’atteggiamento utilitaristico e difensivo fino ad oggi visto in campo.
La crisi identitaria che colpisce i partenopei, seppur prevedibile in funzione del cambiamento radicale portato dal nuovo allenatore, non lasciava però supporre, che potesse influenzare così negativamente sulle prestazioni della squadra, che lo scorso anno funzionava a memoria e che seppur priva di kim, uno dei pilastri della difesa, ha però mantenuta intatta la restante struttura.
Resta a questo punto attendere il proseguo del campionato e soprattutto la fine del girone di Champions, per stendere una valutazione preliminare, lasciando a mister Garcià il compito di compattare le fila, confidando in una ripresa che parta soprattutto dal bel gioco, per regalare ai tifosi qualche gioia in piu o quantomeno sperare in un futuro piu roseo.