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Indi, la paziente inglese.

“La mia vita è finita alle 01:43 di questa notte” ha dichiarato il signor Dean Gregory all’indomani della resa di Indi, la bambina inglese di otto mesi afflitta da una patologia mitocondriale e alla quale, nel suo paese natale, erano stati sospesi i trattamenti vitali.

Non ce l’ha fatta, come previsto e ormai da una settimana Indi non c’è più: il suo cuoricino non aveva chance di supportarla, farla crescere e diventare donna.

Affacciarsi alla vita e immaginare anche solo un domani promettente era un lusso troppo grande per questo scricciolo di essere umano che non aveva colpe se non quella di nascere in un mondo che le ha negato qualsiasi tentativo di sperare.

Non siamo in grado di giudicare la decisione del tribunale di Londra, che ha fatto sospendere la ventilazione assistita che teneva in vita la piccola, ma non riusciamo nemmeno a farci una ragione del perchè non permetterle di approdare in Italia, al Bambin Gesù di Roma, dove intanto si era fatta una corsa burocratica per naturalizzarla italiana e provare a prestarle delle cure nel nostro paese.

Fatta salva la dichiarazione della ministra della Famiglia Eugenia Roccella, secondo cui Indi Gregory poteva essere salvata, oggettivamente la patologia di cui soffriva la piccola era rara e molto grave: anche se non c’era nessuna garanzia di guarigione, comunque nell’ospedale italiano le sarebbero state offerte terapie che almeno le avrebbero allungato la vita, in attesa che la musa di Ippocrate trovasse uno spiraglio per una esistenza decorosa. Non sarebbe stato il primo miracolo che avrebbe compiuto la medicina moderna.

I giudici inglesi hanno ritenuto invece che il viaggio in Italia avrebbe fatto soffrire la bambina oltremodo e che sarebbe stato meglio dismettere le cure salvavita, non essendoci possibilità di guarigione.

Una decisione che ha fatto e farà discutere creando pure qualche imbarazzo tra i due paesi.

Resta l’immensa sofferenza di Claire e Dean, due genitori che si sentono “arrabbiati, affranti e pieni di vergogna” anche se non hanno assolutamente nulla da rimproverarsi.

Loro sanno di aver fatto tutto pur di regalare alla propria creaturina un pizzico di futuro in più, quel futuro che per colpe non loro si è presentato a mani vuote.

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