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Altman…..Il ritorno (o la vendetta?)

E’ durata quanto da Natale a Santo Stefano la destituzione di Sam Altman da CEO di OpenAI, di cui vi avevamo dato notizia pochi giorni or sono (https://www.passnews.it/2023/11/21/questione-di-feeling/).

Sfiduciato dal board della società il 17 novembre scorso, Altman è stato a “furor di popolo” da poco reintegrato nel ruolo dopo che i dipendenti, quasi tutti, avevano minacciato di rassegnare le dimissioni e Microsoft (che ha investito in OpenAi circa 10 milioni di dollari e ne detiene i diritti sulla tecnologia oltre a una cospicua partecipazione), si era fatta sentire muovendosi rapidamente per mettere Altman a capo di una sua speciale divisione per l’intelligenza artificiale.

Ci si interroga se lo spodestamento ed il veloce reintegro di Altman, sia stato qualcosa di simile ad una chiacchiera tra amici su uno scoglio a Mergellina con tanto di taralli e birra oppure no. Pare che pochi giorni prima che Altman venisse sfiduciato, alcuni ricercatori di OpenAI avessero comunicato al consiglio di amministrazione dell’azienda una scoperta scientifica che riguarderebbe un tipo di intelligenza artificiale in grado di replicare – e in alcuni casi sorpassare – le capacità umane.

Allarmati da tale comunicazione, il board ha perciò deciso di rimuovere con urgenza il CEO, preoccupato dal fatto che Altman avrebbe potuto commercializzare una potente tecnologia senza valutare adeguatamente i suoi rischi.

Appare ovvio che solo in OpenAI conoscono la fedele rispondenza dei fatti con la realtà effettiva (in sintesi, la verità). Tutto ciò offre lo spunto per una riflessione ulteriore rispetto a quelle già evidenziate nel precedente articolo; riflessione sostenuta in qualche modo da un libro uscito quest’anno, scritto da Carlo Cottarelli, apprezzato ed eminente economista.

In “Chimere”, così si chiama il libro, l’Autore analizza il perché alcune idee geniali, al momento della loro attuazione, abbiano preso strade diverse da quelle che ci si aspettava, tramutandosi da promettenti e traguardabili realtà, in illusioni (“Chimere” per l’appunto).

L’abolizione della fatica attraverso la tecnologia e l’abbaglio di una crescita infinita, sono due tra le geniali idee illusorie analizzate dall’Autore in due capitoli specifici del libro. La rivoluzione informatica, i robot, l’intelligenza artificiale, hanno effettivamente mantenuto fede al sogno di liberare l’umanità dalla necessità di lavorare o di migliorare comunque il nostro standard di vita?

L’analisi fatta nel libro, evidenzia come, in estrema sintesi, la rivoluzione ICT (Information and Communication Technologies) abbia, così’ sembra, promesso almeno per ora, più di quanto ha potuto effettivamente garantire. Il libro pone un curioso ed interessante, a mio avviso, punto di attenzione: continuiamo ad utilizzare in larghissima parte le stesse cose che utilizzavamo quarant’anni fa, migliorate certamente in termini di qualità e di performances.

Nessuno degli attrezzi più comuni che oggi quotidianamente continuiamo ad utilizzare (la sveglia digitale che ci tira giù dal letto la mattina o lo smartphone che potremmo utilizzare tra l’altro per lo stesso scopo, il rasoio elettrico, il bollitore elettrico, il frigorifero, l’acqua scaldata da uno scaldabagno, la televisione, il telefono, l’automobile, la radio) esistevano come prodotto domestico nel 1900, quando in moltissimi alloggi l’acqua corrente ed il bagno in casa non erano disponibili; esistevano invece già tutti nel 1970. E’ stato chiesto ad un determinato pubblico, durante alcune conferenze di cui nel libro si parla, se preferivano rinunciare a tutte le scoperte fatte dopo il 2002 o se invece preferivano tenere tutto quanto inventato fino ad oggi, rinunciando però all’acqua corrente ed al bagno in casa. Se siete curiosi, la risposta potete trovarla nel libro ma immagino che la conosciate già.

L’intelligenza artificiale, messa a confronto con la realtà, si avvia anch’essa ad intraprendere rotte alternative o comunque diverse da quelle attese e sperate? Mi corrono in mente i versi di una canzone del 1978 di Ivano Fossati cantata da Anna Oxa : “C’è una ragione che cresce in me, e una paura che nasce, l’imponderabile confonde la mente, finché non si pente”.

Personalmente, avverto più un senso di imponderabile che di paura, almeno per ora.

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