Mentre infiamma ancora la polemica che riguarda Juan Jesus e Acerbi in relazione gli insulti razziali lanciati da quest’ultimo al brasiliano, si apre il dibattito in italia tra i “buonisti” quelli della serie “sono fatti che restano del rettangolo di gioco che finiscono la” e invece i censori che rispondono con fermezza e intolleranza ad un fenomeno abietto che non dovrebbe neanche assurgere gli onori delle cronache.
Nel frattempo la la procura federale ha avviato una indagine al fine di chiarire i fatti, sembrerebbe però non esserci chiare immagini che ritraggono il giocatore interista rivolgere le pesanti frasi al difensore del Napoli e per questo Acerbi è stato assolto.
E mentre il dibattito prosegue nel mondo dello sport si sono già create le fazioni, alcuni sostengono la tesi del difensore nerazzurro cercando di ammorbidire i fatti con dichiarazioni di facciata e circostanza “è un bravo ragazzo” oppure “conosco entrambi sono cose che rimangono in campo” diversamente invece altri alimentano il fuoco della in-giustizia.
Chiare e netta la posizione di tutti i colleghi del club Napoli nei confronti del compagno, sottoposto a questa umiliante sovra esposizione mediatica, reo soltanto di avere denunciato un fatto, verificatosi in campo e che lì sarebbe potuto rimanere qualora Acerbi non avesse invece ritrattato le scuse, dichiarando che i fatti non si sarebbero mai verificati, salvo poi cambiare opportunamente la versione, declinando le offese in una frase mal interpretato, riferendo di essersi rivolto al difensore brasiliano dicendogli “ ti faccio nero”
Comunque vada rimane una enorme tristezza, quando si assiste a episodi come questi, soprattutto nel rettangolo di gioco all’interno del quale spesso vengono celebrate invece azioni e manifestazioni di sostegno e solidarietà antirazzista, con il paradosso che il fatto si è verificato proprio nella giornata in cui si celebrava proprio la lotta e la condanna al razzismo.
Il caso Acerbi è solo l’ultimo però di una lunga serie di pessime abitudini che proprio i protagonisti in campo spesso riportano a galla.
Atri episodi infatti si sono verificati suiì nostri campi di gioco, il 17 gennaio 2021 in occasione della partita Sanbenedettese Padova il centrocampista della squadra di casa Shaka Mawuli denuncio insulti razzisti da parte dell’attaccante Claudio Santini del Padova. In quel caso la Procura della Federazione italiana gioco calcio apri un’inchiesta che portò alla squalifica di 10 giornate per Santin. Precedentemente si era verificato un analogo episodio in occasione della partita Pisa Chievo nella quale attaccante pisano Michele Marconi riferì al giocatore del Chievo Joel Obi le parole “la rivolta degli schiavi” anche in quel caso la procura aprì un’indagine che portò ad una squalifica di 10 turni .
Senza andare troppo lontano nel tempo il 20 gennaio del 2024 a Udine il portiere del Milan Mike Maignan fu oggetto di gravissime e prolungate offese discriminatorie da parte di alcuni tifosi, l’episodio comportò la sospensione momentanea della partita dopo che il portiere riporto i fatti all’arbitro
La triste piaga però è presente non solo in Italia ma serpeggia strisciante in tutto il mondo. E’ salita anche infatti alla ribalta la denuncia del calciatore del Real Madrid, Vinicius Jr, vittima di pesanti insulti in occasione di una partita contro il Siviglia con il club andaluso che allontanò il proprio tifoso.
Nel frattempo, la giornata dedicata al lotta al razzismo di domenica, suona quasi come una beffa e la società Calcio Napoli, ha già ufficialmente riferito che si asterrà dall’aderire all’iniziativa, per solidarietà al proprio calciatore.