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Organo di informazione dei Periti Assicurativi

Col senno dei se

Se sarà il ruolo o un legame ad attribuire la leadership,
se avere indovinato una risposta giustificherà un saccente furore,
se si cullerà l’illusione di potere tutto in virtù della casella occupata nell’organigramma,
se si confonderà il carisma con l’autorità,
se ogni decisione assomiglierà ad un capriccio ostinato del capo,
se esercitare una funzione significherà imporsi,
se la competenza, il merito e l’autonomia operativa saranno dettagli trascurabili anziché valori da ricercare e curare,
se i dipendenti saranno inquadrati come subalterni sottomessi, piuttosto che collaboratori da coinvolgere per raggiungere un risultato,
se si insisterà nel voler fare le nozze coi fichi secchi,
se si continuerà a pensare che il calcio è come il cinema e che chi paga il biglietto per lo stadio è come se andasse a vedere un film,
se i tifosi saranno ritenuti clienti un po’ noiosi e pure pezzottari, invece che “finanziatori” dell’attività di impresa,
se si continuerà ad invadere spazi altrui senza peraltro averne le competenze,
se si considererà proficuo recarsi negli spogliatoi nel bel mezzo di una gara, senza per questo apportare armonia o alcun valore aggiunto,
se forma e contenuti della comunicazione istituzionale sembreranno scorie di un impeto di pancia anzichè il frutto di una razionale e sagace intenzione,
se per sviluppare il brand sarà sufficiente produrre maglie di circostanza durante l’arco della stagione,
se un utile di bilancio sarà sempre prevalente su un titolo sportivo,
se l’andamento gestionale dipenderà unicamente dal piazzamento in Champions,
se investire in infrastrutture e risorse sarà considerato blasfemo,
se persisterà l’idea che i conti in ordine siano messi a rischio da un bilancio in perdita,
se l’ipotesi di un aumento di capitale sarà percepito come lesa maestà,
se mancherà un piano industriale ed un’ adeguata organizzazione a supporto,
se non ci sarà la consapevolezza di essere portatori non solo degli interessi della Proprietà, ma di quelli “morali” di una città intera, legati al sentimento di un esercito di tifosi sparsi in ogni angolo del mondo che nella squadra si identificano,
se non si percepirà la necessità di cambiare rotta modificando il modo di fare impresa e se si crede che per farlo sia sufficiente l’uscita del film sull’ultimo strameritato scudetto o il nome altisonante di qualche noto allenatore,
se le sorti societarie continueranno a dipendere, nel bene e nel male, dalle combinazioni altalenanti e dalle mutevoli vicende legate a un uomo solo,
allora il tonfo di quest’anno non sarà servito a nulla, aver toccato il fondo non servirà a risollevarsi ma insegnerà che una volta a terra si può sempre scavare. Sabato sera la squadra, che dell’andamento stagionale nefasto non ha tutte le responsabilità, era sotto la curva del Castellani a prendersi gli improperi degli ultras, della Società non vi era traccia.

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