Il 28 maggio 2024 è stato pubblicato in G.U. il tanto atteso decreto interministeriale cd. Autovelox, decreto voluto dal Mit e adottato, dopo anni di vacanza, in attuazione dell’art. 25, l. 120/2010.
Il Decreto, nelle intenzioni del ministro Salvini, dovrà porre fine all’anarchia degli autovelox che, a suo avviso, sarebbero tutti irregolari. Sì agli autovelox, dunque, ma solo là dove necessari, per controllare la velocità e non per fare cassa.
Le nuove regole, che esamineremo meglio con il testo del decreto alla mano, preannunciano alcune grandi novità. Prima tra tutte: gli autovelox vanno installati soltanto laddove vi sia una documentata impossibilità per gli agenti di fermare i mezzi sul posto nel tratto di strada interessato.
Inoltre, stop agli autovelox sotto ai 50 km/h. Al di fuori dei centri urbani, essi potranno essere utilizzati soltanto dove il limite di velocità è inferiore di oltre 20 Km a quello previsto dal Codice della Strada.
«La velocità rilevata dagli autovelox sarà parametrata a quella prevista dal codice della strada in base alla tipologia di viabilità. Basta con gli autovelox trappola, sì all’installazione di dispositivi nei pressi dei luoghi affollati come scuole e ospedali» (Salvini)
La distanza minima tra un apparecchio e l’altro è di 3 km sulle strade extraurbane e 1 km sulle strade secondarie.
Ancora: gli autovelox dovranno essere segnalati agli utenti 1.000 metri prima sulle strade extraurbane, 200 metri prima sulle urbane a scorrimento e 75 metri prima sulle altre strade.
La novità più discussa riguarda i Comuni: questi dovranno chiedere al Prefetto l’autorizzazione per l’installazione degli apparecchi, anche per quelli mobili (montati sui treppiedi), utilizzati principalmente dalla polizia locale. I sindaci hanno 12 mesi per adeguarsi alle nuove norme e disinstallare i dispositivi irregolari; successivamente, gli apparecchi saranno disinstallati automaticamente fino al loro adeguamento. Durante questo arco di tempo però resteranno in funzione: ovviamente, non essendovi certezza su quanti e quali strumenti non siano a norma, c’è il rischio che tutte le multe vengano impugnate.
A tal proposito, un vulnus del decreto è proprio il fatto di non aver affrontato la problematica dell’omologazione.
Come visto in un nostro precedente contributo (https://avvocatofusco.com/diritto-assicurativo-responsabilita-civile/circolazione-stradale/autovelox-omologazione-e-autorizzazione-non-sono-la-stessa-cosa/), la Cassazione è recentemente intervenuta a chiarire che l’omologazione degli autovelox è indispensabile per la corretta funzionalità. In mancanza, pur in presenza di autorizzazione, le contravvenzioni sono contestabili.
Il Decreto lascia sguarnito questo aspetto che dovrebbe essere disciplinato quanto prima, come pure assicurato dal Mit.
Le novità sono state accolte in modo contrastante: se da un lato gli automobilisti e i pendolari stanno esultando perché percorreranno le strade con minori restrizioni, protestano fortemente i familiari delle vittime della strada, che preannunciano manifestazioni in tutta Italia nei prossimi mesi.
Staremo a vedere l’evoluzione del fenomeno, provando a capire meglio come destreggiarci tra leggi, decreti, regolamenti, comunicati, circolari …. Alla prossima.
© Annunziata Candida Fusco