Una notte che sarà lunga, ma si spera non troppo tormentata perchè i mal di pancia nel calcio, dopotutto, fanno soffrire i tifosi, l’ambiente che circonda i giocatori più che loro stessi.
L’amore sembra essersi appassito tra il Napoli e Di Lorenzo e i sospiri del cuore sono stati sostituiti dalle urla di questo malaugurato “dolore addominale” che nel calcio compare a valle di una parola sbagliata, un gesto inconsulto, uno sguardo sbieco.
Galeotta fu l’esternazione del nuovo direttore sportivo azzurro Giovanni Manna fatta a quattr’occhi a sua “permalosità” Mario Giuffrida, procuratore rampante di grandi speranze, che in quel Napoli, protagonista sbagliato di un’anno deludente con lo scudetto sul petto, nessuno era incedibile, compreso il suo assistito.
Sarebbe stato giusto se ad una mancanza di rispetto, un atto di grave intolleranza, un offesa ingiuriosa fatta al procuratore del calciatore se ne risentisse Di Lorenzo e anche lo scoppio d’ira sarebbe stato verosimile ma quella conversazione tra i due dirigenti era troppo ovvia e connessa con gli standard del calcio di oggi per poter provocare anche la seppur minima contrizione: e allora cosa è accaduto al capitano del Napoli che un anno fa, di questi tempi, giurava amore eterno ai colori azzurri? E un caso che il mal di pancia di Di Lorenzo possa essere guarito dal dottor Giuntoli dello “Juventus Hospital”? No, non è un caso ma scherzi a parte, se qualcuno dovesse credere che la tecnica degli offesi e vilipesi possa funzionare con il presidente del Napoli De Laurentiis per forzargli la mano a svendere un nazionale che Conte considera imprescindibile e per giunta con un contratto che scade nel 2028, deve smetterla di credere alle favole: il calcio è un’altra cosa.