Artisti, inventori, scienziati, talvolta eroi, addirittura Santi. Sfidiamo i limiti e li superiamo, esploriamo mondi nascosti e smascheriamo l’ignoto, generiamo algoritmi che erodono l‘impossibile e danno vita alla più fervida immaginazione.
Scrutiamo il pensiero, indaghiamo la logica, facciamo emergere idee sommerse e le bonifichiamo, ma stagniamo nelle paludi ideologiche e nei pregiudizi. Siamo quelli che fanno la storia, “perché è la gente che fa la storia”, però non la comprendiamo, non ne impariamo la lezione! Eppure siamo noi, sempre gli stessi, che ancora fanno la guerra, abusano, approfittano, sfruttano, odiano, covano rabbia, rancore, che non hanno riguardo, rispetto, considerazione. Rassomiglia oramai questo mondo ad un condominio rissoso, popolato da un’ umanità che sembra migrare verso mete oscure, lasciando per strada scorie tossiche di senno perduto, di comprensione celata, di verità negata, di compassione dissolta. Si inasprisco i conflitti, aumentano le guerre, le disuguaglianze, la povertà, i bisogni. Si organizzano G7, G20, summit, convegni, conferenze, tavole rotonde, think tank, aste di beneficenza, se ne cura l’immagine ed i comunicati stampa stressando le diplomazie, tuttavia non si risolvono i problemi.
Si evade continuamente da noi stessi, rincorrendo confini estremi posti ai margini di un clock catastrofico tutt’altro che distante. Si mistifica ciò che siamo con la nostra apparenza, la realtà con la sembianza. Si ragiona e si agisce come persone, entità separate, disgiunte, sconnesse dalla natura di essere umano. E’ come supporre che un frigorifero, un computer o una lampadina potessero esistere e funzionare senza l’energia che dà loro elettricità.
Persone scomposte, si allontanano da ciò che realmente sono, dalla loro natura di essere umano, generando attriti, divisioni e attenzione solo per se stessi, simili a “prati di aghi sotto il cielo” ma ignari del ricamo da tessere. C’è una reclame trasmessa da qualche tempo che pubblicizza una nota compagnia energetica, deve la sua bellezza e l’apprezzamento di chi scrive (soprattutto) per la musica di sottofondo che è il brano “La storia siamo noi” di F. De Gregori dal quale è tratto il virgolettato riportato in questo articolo. Un esempio di come talvolta la pubblicità, che è l’anima del commercio, possa divenire soprattutto anima più che commercio. Rimanendo in tema di energia e di elettricità, sovviene che persino le ombre sono attaccate alla luce, ne dipendono, senza non esisterebbero. Forse è proprio giunto il tempo di recuperare il senso, di tornare a casa, di riscattare ciò che siamo, di abitare noi stessi, di ritrovare la scintilla ed accendere la luce, senza sprecare la corrente.
Dovrebbe essere uno sforzo collettivo un’esigenza naturale che tutti dovremmo avvertire, spontanea, volontaria, libera da influenze e compromessi, da logiche sociali, politiche o economiche, “la storia siamo noi attenzione nessuno si senta escluso”.