Lo sport per misurarsi, per partecipare, cadere e rialzarsi. Lo sport per primeggiare, accettare l’incalzare del tempo e le sconfitte. Lo sport per saper vincere e saper perdere come nella vita reale, e per emozionarci.
La piccola grande storia di “Gimbo” Tamberi a questi giochi olimpici di Parigi merita un “sottolineo” perchè fatta con il coraggio di chi è consapevole che, una volta tanto, partecipare non avre IIbbe significato vincere. La gara dell’oramai ex campione olimpionico italiano e fresco detentore del titolo continentale di salto in alto, ha avuto una “via crucis” come prologo per noie muscolari varie con tanto di colica renale annessa e a soli quattro giorni dalla sua prestazione: roba da abbattere un mammut. Diceva un vecchio saggio che anche la notte più buia deve arrendersi alla luce dell’alba ed allora il campione di Civitanova Marche si è presentato come nulla fosse a combattere la sua battaglia sportiva senza assi nella manica, un poco smagrito ma con l’indomito spirito del guerriero. Sappiamo tutti come è andata ma non tutti sanno che lui, poco tempo fa, fece una richiesta al direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni: “non succede, ma se succede mi devi dedicare una prima pagina e deve essere tutta per me”. Non è successo, ma provate ad andare a vederla quella prima pagina del corriere di oggi 11/8/24. Grazie Gimbo e grazie Ivan.