“È giunta mezzanotte, Si spengono i rumori, Si spegne anche l’insegna Di quell’ultimo caffè” canta Domenico Modugno ne “L’uomo in Frack”.
Così allo scoccare della mezzanotte del 31 agosto si sono spenti i riflettori sul calciomercato e altro che frack, il Napoli si è messo davvero in elegante spolvero, indossando finalmente l’abito buono della festa. Il campo (e lo spogliatoio!) diranno se gli calzerà a pennello e se riuscirà a portarlo con disinvoltura, senza sgualcirlo. Va inequivocabilmente riconosciuto, in primis al Presidente, al D. S., al Mister, ma alla Società tutta, il merito per gli sforzi sostenuti, non solo finanziari ma anche per il coraggio, l’intraprendenza, il cambio di passo e di atteggiamento mostrati rispetto al passato: bravi, chapeau!! A fronte di 13 calciatori ceduti, 7 sono invece i nuovi arrivi, il rapporto è quasi di 1 a 2 (1 calciatore in entrata per 2 giocatori che vanno via). Considerando infatti la rosa dello scorso anno, sono usciti: Zielinski (scadenza contratto) Demme (scadenza contratto), Idasiak (scadenza contratto) Zanoli, Dendoncker, Natan, Gollini, Ostigard, Lindistrom, Cajuste, Traoreè, Gaetano, Cheddira, registrando invece in entrata gli acquisti di: Buongiorno, Rafa Marin, Spinazola, Neres, Lukaku, Mc Tominay, Gilmour. Il calciomercato è un po’ un viaggio (forse pure troppo lungo), un percorso avventuroso, non privo di ostacoli, nelle speranze, nei desideri, nelle fantasie, aspettative ed aspirazioni di chi vi partecipa e vi assiste, destinate a diventare “curve nella memoria”; e siccome succede che “… alla fine di un viaggio C’è sempre un viaggio da ricominciare” (il virgolettato è tratto da “Viaggi&miraggi” brano del 1992 di De Gregori), vale forse la pena farsi qualche domanda in previsione del prossimo “viaggio” a seguire (quello che si farà sul campo): al netto dei milioni (tanti) spesi e pianificati per gli acquisti ed il delta tra il monte ingaggi precedente e quello attuale, l’ardire e l’audacia mostrata con la campagna acquisti, basteranno a chiudere definitivamente i conti con gli errori passati e ridare slancio e prospettiva? L’ “all in” sul gruppo squadra, avrà in seguito effetti sulla tenuta finanziaria e sugli assetti societari? Postumi di un errore passato hanno prodotto la dissennata vicenda Osimhen, stizzosa, dispettosa, chiusasi con una punta di velenosa rivalsa, chissà se forse (pure) per via dell’acquisto sfumato un anno fa di Gabri Veiga da parte del Napoli proprio ad opera del Al Ahli che se lo accaparrò, disposto ora a rilevare Osimhen con un ingaggio più che faraonico. E’ vero che il mercato Saudi Arabia chiude il 6 settembre ma ad oggi Victor è fuori rosa e peraltro non è l’unico, anche Mario Rui lo è, in attesa di capire se lo sarà pure Folorunsho. Facile intuire che situazioni del genere (quella di Osimhen in particolare) possono compromettere l’armonia (ed il rendimento?) del gruppo squadra sul quale si è fortemente investito. Una volta nelle imprese esisteva l’Ufficio del Personale con mansioni prevalentemente burocratiche e routinarie, faceva le buste paga, teneva il conto delle ferie dei permessi e poco altro. Nel tempo l’evoluzione delle dinamiche aziendali ha portato l’Ufficio del Personale a trasformarsi in Human Resourse (ufficio delle risorse umane), ci lavorano sociologi e psicologi del lavoro, gente che sa di statistica. Se ancora si verificano in casa Napoli situazioni Victor like, sorge il sospetto che la Società sia probabilmente rimasta al vecchio Ufficio del Personale dovendo forse ancora cogliere ed attuare la metamorfosi evolutiva dell’H R. Avendo puntato tutto sul gruppo squadra, la Società ha sbilanciato il massiccio investimento (e quindi il rischio) unicamente sulla sfera sportiva. Va da sé che allestire una squadra competitiva è fondamentale ma lo è anche diversificare e ripartire i rischi e aumentare le poste di ricavo. Far dipendere l’intero andamento economico finanziario, unicamente dalla gestione sportiva è una scommessa con margini altamente aleatori. Un titolo, la vittoria in una competizione, di un trofeo possono essere compromessi da un palo, una traversa, una svista, un pallone svirgolato, un rimbalzo, un tiro casuale, eventi perversi e beffardi, imprevisti ed imprevedibili che possono regalare la vittoria a chi magari durante la gara o il torneo ha meritato meno, compromettendo così un risultato anche economico, che quest’anno è già seriamente insidiato dagli oneri per la campagna acquisti e dai mancati proventi Champions. Perché non pensare ad una figura Mr Conte like che affianchi la Proprietà per l’aspetto più tipicamente imprenditoriale? Un aumento di capitale, una programmata iniezione di liquidità, aiuterebbe la Società a tenere botta ad eventuali contraccolpi, diversificare e ripartire il rischio, investire magari in infrastrutture o servizi funzionali da mettere a ricavo, performare il modello di business. Insomma, assai bene la campagna acquisti ma il futuro non appare esente da trame almeno da considerare se si vuole crescere ed affermarsi non solo per la parte sportiva. Visto quanto portato in dote dall’effervescente mercato appena conclusosi, è possibile ritenere che quello fra il Presidente ed il Mister non sia più un fidanzamento ma siano delle vere e proprie nozze. “Mi sto accorgendo che son giunto dentro casa, con la mia cassa ancora con il nastro rosa, e non vorrei aver sbagliato la mia spesa o la mia sposa.” Sono alcuni versi del brano “Con il nastro rosa” di Battisiti Mogol, anno 1980. Narra di un uomo che, reduce da una precedente storia amorosa, fa un incontro che lo coinvolge sentimentalmente ma e’ indeciso se lanciarsi o meno nella nuova avventura. Un po’ il dubbio che potrebbero aver avuto il Presidente, ascoltando alcune pregresse dichiarazioni del Mr., ed anche il Mister che, non vedendo segnali tangibili sul fronte campagna acquisti, quelle comunicazioni le ha dovute fare per ribadire il messaggio ed avere risposte. Il calcio mercato e le dichiarazioni in proposito del Mister post Napoli Parma raccontano che la cassa portata a casa dal magazzino non è più infiocchettata con il nastro rosa, dunque è stata aperta e che non si è sbagliato né la spesa né la sposa. Amen!!!
Salvatore Scherillo.