Il 18 novembre sono andati in onda il terzo e il quarto episodio dell’ultima stagione dell’Amica Geniale, tratta dal libro Storia della bambina perduta di Elena Ferrante.
Il terzo episodio nel dettaglio
Nonostante Lenù eviti di incrociare Lila per le vie del rione, sa bene che le loro vite sono destinate a concatenarsi nei momenti più inaspettati. O meglio, nei momenti di profondo bisogno. Lenù parte con Nino volando verso New York e Lila non esita a prendersi cura delle due figlie come fossero sue. Ancora una volta si evince la forza di questa amicizia: nonostante il tempo e la distanza, il legame non si lacera ma si fortifica, si irrobustisce, si alimenta di sostegno, stima e devozione. Sapori sicuramente diversi da quelli dell’infanzia, ma che lasciano sempre quel gusto dolceamaro.
In questo episodio in particolare, Lila e Lenù si trovano a vivere lo stesso evento canonico: sono incinte. Emblematica è la scena in cui si confessano questo segreto a vicenda, chiudendosi in quel loro mondo fatto di intesa e complicità.
Altra scena suggestiva è sicuramente quella ambientata a casa Sarratore: Donato e Nino seduti sul divano, incredibilmente simili. Eppure, Nino ha sempre professato un’inconciliabilità con la figura paterna, tanto da distaccarsene appena lo incrociava ad Ischia. Eppure, è riuscito non solo ad esserne la copia, ma addirittura a superarlo.
Il quarto episodio nel dettaglio
Il fulcro del quarto episodio è il terremoto del 1980: Lila e Lenù si ritrovano da sole, si stringono durante le scosse e scappano insieme. In macchina, Lila spiega ciò che avviene nella sua testa, ciò che definirà smarginatura: “I contorni delle cose e delle persone sono delicati, si spezzano come un filo di cotone. Per me è stato sempre così: una cosa si smargina, si scioglie su un’altra e si confonde tutto insieme. Io non mi devo mai distrarre, se mi distraggo le cose vere prendono il sopravvento e non si capisce più niente. […] Ti dovrei fare un elenco di tutte le coperture, grandi e piccole, che mi sono fatta per nascondermi. Ma non bastano, la testa trova sempre uno spiraglio per guardare oltre. Il problema è sempre stato questo: la testa, non posso fermarla. Devo sempre fare qualcosa. Fare, disfare, coprire, ricoprire e poi alla fine rompere, spaccare.”
Passate le scosse, la mattina seguente Lenù va alla ricerca di Nino ma scopre che è fuggito via, al riparo con la moglie Eleonora e i figli. Al contrario di Enzo e Gennaro che tornano da Avellino riabbracciando calorosamente Lila. E in quell’affetto caloroso viene avvolta anche Lenù. Un calore estemporaneo, perché tornando nella sua casa a via Petrarca realizza che ormai si sta aprendo una crepa nella sua vita, o meglio, nel suo cuore.