Il Napoli batte la Roma di corto muso nella tredicesima giornata di campionato e torna n’ata vota (“Again”) in testa alla classifica. Vittoria in qualche modo preannunciata dall’inedito e profetico brano di Pino Daniele che dona e torna “Again” al Maradona, vestendolo di un raffinato ed elegantissimo blues impastato di speranza e pucundria. Se fossi ancora nella terra degli uomini, ti renderesti conto Pino carissimo, che però il mondo di questi tempi non è esattamente come canti nel tuo inedito. Rispetto al 2009, quando componesti il brano, oggi again ahimè “si combatte con le mani e con la testa”, ma il “muro di Berlino è un ricordo lontano” soltanto per la toponomastica ed il catasto. Tante altre barriere Pinù abbiamo eretto, molto più divisive e pericolose dei muri; indifferenza, rabbia, disprezzo, odio, non si appendono più a una parete ma le coviamo dentro, ce le portiamo appresso e le cambiamo in quella moneta sonante che ha nel funesto mercato della guerra il suo corso “legale”. Il 25 novembre per i tifosi del Napoli è diversamente natale e a proposito di barriere, andavo fantasticando che se fosse un’opera di ingegneria, Diego sarebbe un ponte transoceanico altro che muro. Il calcio per come lo conosciamo oggi, pare sia nato in Inghilterra, ove venne fondata nel 1863 o giù di lì la Football Association, il primo organo di governo del calcio moderno. Spesso ho sentito dire che Diego è il calcio, ma credo che sia un errore. Diego non è il calcio è il pallone, è in ogni pallone appresso al quale corrono, su tutti i campi del mondo, specie i più polverosi e scalcagnati, calciatori professionisti e non o guagliuni sudati di passione, e se al calcio togli il pallone non gli rimane niente è come una medicina senza il suo principio attivo. Napoli Roma si è giocata il 24 novembre, vigilia dell’altro natale, è stato omaggiato Pino Daniele che ci ha donato “Again” ed onorato il ricordo di Ciro Esposito e Santo Romano, prematuramente e tragicamente scomparsi. Bello sarebbe stato e sinceramente ci speravo, se la SSC Napoli si fosse fatta promotrice di un’iniziativa che avesse ricordato Diego nel suo stadio, nella ricorrenza che lo consegna all’eternità. Penso sia stata un’altra occasione persa per mostrare che Diego non è semplicemente un’immagine da riprodurre sul pullman oppure sulle maglie e gadget sociali per incrementare le vendite; a voler pensare male si potrebbe forse dire che, in quanto a gratitudine nei confronti di chi ha cambiato le sorti del Napoli rendendolo grande, escluso “Again”, da parte della Società, di nuovo proprio nulla, o no?