Il 2 dicembre sono andati in onda il settimo e l’ottavo episodio dell’ultima stagione dell’Amica Geniale, tratta dal libro Storia della bambina perduta di Elena Ferrante.
Il settimo episodio nel dettaglio
Il settimo episodio chiamato Il Ritorno si apre con le dichiarazioni di Antonio (ex fidanzato di Lenù) riguardo gli adulteri di Nino Sarratore: così tante amanti da non poterle contate. Lenù cerca di schernire il disgusto tramite una risata nervosa, per poi scoppiare in pianto. Si avvinghia ad Antonio e in un momento di debolezza entrambi si lasciano andare, in memoria dei vecchi tempi.
Nino Sarratore: l’omosessualità velata
Un giorno Nino decide di riapparire nella casa a via Petrarca, ridicolizzando le accuse di Antonio e tentando di riconquistare Lenù. Ma sorprendentemente si trova davanti un muro: Lenù non solo lo rifiuta, ma lo accusa anche di celare una fragile omosessualità dietro un bisogno incessante e malato di donne. Lenù riesce ad affrontarlo così bruscamente perché è ormai crollata l’immagine idealizzata di Nino e può guardarlo con gli occhi della verità. Può guardarlo come il vero manipolatore narcisista che è.
Tina e Imma come le mamme da piccole
In questo settimo episodio si vedono le due figlie di Lila e Lenù, rispettivamente Tina e Imma, all’età di circa quattro anni. Le due bambine rievocano le loro madri da piccole mentre studiano: Tina impara da subito a scrivere e leggere, ha una predisposizione naturale per lo studio e ama studiare, senza doversi sforzare, come fosse un dono divino; Imma invece, esattamente come Lenù, non sembra contenta del confronto con Tina e sicuramente dovrà impegnarsi per migliorare. Inoltre sulle spalle di Imma gravita la forte assenza paterna, come un macigno che deve portarsi dietro ogni giorno.
Lenù e la sua rinascita nel rione
Lenù, nel periodo successivo, torna a vivere nel rione in cui è cresciuta: lì si riappropria della sua voce e della sua identità. Quel romanzo mancato di anni precedenti vede il successo tanto sognato, sancendo una nuova era di ribellione. Riparte e rinasce dalle sue ceneri come una fenice in volo: riscopre il piacere della scrittura, del riscontro con i lettori e di viaggiare per pubblicizzare la sua opera. Ma presto questa ventata d’aria fresca viene spezzata da Michele Solara, dato che il libro denuncia della condizione di vita nel rione.
L’ottavo episodio nel dettaglio
Quel libro le causa non pochi problemi con le persone del rione, in particolare Carmen che la querela per aver usurpato la memoria di sua madre Giuseppina. Lila la incita a denunciare ciò che sta vivendo tramite la scrittura di un articolo, convinta di poter depotenziare i Solara, che sicuramente avranno manipolato Carmen.
Lila: spinta creativa
Ancora una volta è Lila a dare a Lenù quella spinta, quell’impulso, quello slancio verso la scrittura, verso l’espressione di sé tramite le parole, verso il successo meritato dopo tanti sacrifici. Lavorano insieme come quando erano bambine, come quando su una panchina del rione leggevano abbracciate Piccole Donne. E proprio come un dispetto infantile, Lila decide di mandare l’articolo senza la sua firma. Lenù naturalmente va su tutte le furie, poiché sente di esser stata manovrata come un burattino nelle mani dell’amica.
L’amara verità
L’articolo però non raggiunge l’obiettivo sperato, i Solara non vengono indeboliti ma, anzi, continuano ad esercitare il loro potere nel rione indisturbati. Marcello lo dice chiaramente a Lenù: le parole passano come il vento, ma il potere dei Solara resta. Dunque, il rione sembra destinato a non progredire ma anzi retrocedere e rafforzare quel sistema di ingiustizie su cui è fondato.
La scena finale di questo ottavo episodio è a dir poco straziante, si vedono Lila ed Enzo che riempiono di insulti e calci Gennaro, chiamato Rino, poiché hanno scoperto che fa uso di sostanze. Una scena tanto cruda e violenta, lo spettatore ha l’impressione di partecipare a quell’aggressione e sentirne gli urti.