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Ascoltare la Liberata

Ascoltare la Liberata

E’ finalmente partito, riscuotendo un gran successo, il ciclo di letture intitolato Ascoltare, vivere e ammirare la Liberata, voluto e organizzato dal docente Vincenzo Caputo e i suoi allievi.

Nella giornata di giovedì – 12 dicembre – si è tenuto il primo di quattro incontri sulla Gerusalemme liberata di Tasso. Dopo una prima e breve introduzione da parte del Professor Caputo, gli studenti e le studentesse hanno introdotto e completato la lettura dei primi sei canti dell’opera.

Riecheggia ancora forte l’intervento del Professor Caputo, le cui parole sono state lo specchio dell’amore e delle emozioni che si possano provare verso un autore e il suo capolavoro.

Apre così: «Oggi vi lascio una lettera datata aprile 1593, periodo del Tasso più maturo. Allo stesso tempo è anche l’anno della Conquistata, a due anni dalla morte di Tasso.
In essa si giunge proprio a un paragone (inevitabile) con la Liberata. D’altronde sono le opere stesse a richiederlo. È indirizzata al vescovo d’Asti. In essa Tasso spiega come si sentisse affezionato al nuovo poema considerandolo un nuovo parto del suo intelletto. Dal primo invece si sentiva alieno, lontano come accade ai padri con i figli ribelli. Tuttavia, nel 1593 l’opera era già stata letta e riletta, tradotta e aveva creato numerosi dibattiti. Ormai era già il capolavoro più famoso del Rinascimento europeo. Eppure il suo autore l’avrebbe quasi disconosciuta. Le nostre letture cercheranno di sottolineare il paradosso dell’opera: una grande scrittura parzialmente compiuta. E nonostante sia un aborto scrittorio, rimane un’opera ben vista da tutti».

Prosegue poi avviandosi alla conclusione: «Il poema ha una Storia che gronda di sangue, di conflitti bellici. I turchi erano alle porte, erano un’ossessione per le corti europee. L’ansia di un loro attacco era presente e pesante. Concludo con alcuni versi del Canto X (ottave 22-23, ndr.) in cui Solimano chiede a Isimeno come sarebbe finita la guerra. In quel momento non sapeva come sarebbe finito l’assedio. Tuttavia è convinto che, tra non molti anni, sarebbe giunto qualcuno (un asiatico musulmano) che avrebbe riconquistato tutto, ricacciando i cristiani. La particolarità di queste due ottave è che una così minima parte di un’opera gigantesca possa inserirne la storia in un percorso storico e conflittuale durato secoli».

Su queste parole del Docente Caputo, si rinnova l’invito ai prossimi incontri di lettura che si terranno i giorni 16-18-19 dicembre 2024, presso l’Edificio Centrale della Federico II, in Corso Umberto I, 40.

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