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Notte che se ne va

Un Napoli brillante e sontuoso recapita alla Juventus la prima sconfitta in campionato e lo fa con una missiva postacelere. Dopo ben 22 giornate, per lo più afflitte da pareggite cronica, i bianconeri soccombono e perdono proprio a Napoli, una goduria, diciamolo! Nel primo tempo, la Juve riesce a sottrarsi alle insidie e al furore agonistico nostro tant’è che, complice un Napoli sospeso e a tratti misterioso, in formato Ferzan Ozpetek nell’improbabile remake di “Napoli velata”, passa addirittura in vantaggio con un gol viziato da 2 macroscopici svarioni difensivi dei ragazzi nostri che regalano a Kolo Muani il fortunoso gol dell’esordio con la sua nuova squadra. Nell’intervallo succede il ”miracolo”, il secondo tempo il Napoli lo inizia con un piglio ed una intensità fulminante. Da “Napoli velata” si passa a un Napoli accelerato che ad un tratto finalmente si svela, senza indugio aumenta i giri, Pulcinella getta via la maschera e inizia a ridere, a giocare e divertire; ce n’era bisogno in quanto è noto che “Pullecenella redenno e pazzianno diceva ‘a verità”. La verità è che il Napoli la ribalta strameritatamente anche questa volta, fornendo una prestazione da grandissimo e solidissimo collettivo seppur privo di giocatori importanti, senza Buongiorno, Oliverira e l’ormai parigino Kvara. Restando in tema di remake, la Juve del secondo tempo avrebbe fornito ad Eduardo De Filippo spunti interessanti per una riedizione di “Questi fantasmi”. Per contrappasso, sabato sera in TV vari canali proponevano films dedicati all’orrore della Shoa, avvicinandosi il giorno della memoria che ricorre il 27 gennaio. Mi sa che la Juve la partita col Napoli se la ricorderà per un bel po’. Il post match diventa un happening, una “sera così dolce che si potrebbe bere, Da passare in centomila in uno stadio, Una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio, Anzi la manda in onda.” Allo stadio soprattutto, tra i tifosi tutti, si respira un’aria contaminata da un miscuglio di sogno e sentimento che sa di “Overjoyed”, come canta Steve Wonder “And though the odds say improbabile What do they know For in romance All true love needs is a chance” e questa possibilità a questo punto il Napoli e i tifosi se la meritano tutta.

Meret – Michael Bublè, chi è costui andava ripetendo il portierone nostro. Se ne ricorda e salva letteralmente il risultato al 5° minuto su un tiro praticamente gol di Yildiz, in versione “Spider-man, Spider-man Does whatever a spider can, Spins a web, any size Catches thieves, just like flies Look out! Here comes the Spider-man”. Disoccupato praticamente per tutto il secondo tempo, si gode meritatamente la Naspi. Contratto da prolungare senza storcinevoli panegirici, non crede Presidente?

Di Lorenzo – argine propulsivo che entra sempre più nel campo disorientando gli avversari. Di certo Théophile Gautier gli avrebbe assegnato il ruolo di Capitan Fracassa.

Rrahamani – incolpevole nell’azione fortunosa del gol avversario. Assomiglia sempre più alla pubblicità di quel tonno in scatoletta, insuperabile!

Juan Jesus – non si spettina né si macchia mai il vestito ma è attento ed efficace nella fase di scarico e alleggerimento. “Law & Order”, anche se non è lui a dettare legge: ordinatissimo!

Spinazzola – per la serie a volte ritornano … quelli di prima. E’ lui quell’“angelo vestito da passante” che porta via l’avversario, cantandogli “Meraviglioso”!

Anguissa – un primo tempo non proprio splendido ed anche sfortunato nel rimpallo del gol juventino. Nel secondo tempo furoreggia e diventa don Antonio Barracano, sistemando quel che c’è da sistemare. E’lui “Il Sindaco del rione Sanità”!

Lobotka – la Juve fa un arrocco e lo scherma nel 1° tempo. Perde l’ago e il filo ma certamente non la stoffa. Nella ripresa si abbassa un pochettino, torna a fare “Il sarto di panama” e soprattutto ad essere alfiere nelle mani del re. Scacco matto!

Mc Tominay – sa essere aristocratico e plebeo, gioiello pregiato della corona e prezzemolo in ogni minestra. E’ ovunque occorre che sia, tanto che una compagnia telefonica ha già coniato uno slogan per ingaggiarlo: se c’è Scott c’è campo!

David Neres – ci prova sempre a ballare un “Sexy tango” anche se stavolta in versione leggermente blues. Le note però non lo abbandonano, gli saltano tra i denti e lui disegna comunque onde di seta di lamè.

Politano – se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, ma visto che c’è “allora resta, resta cu mè”. E’ “un vento caldo solo pieno di pazzie che dal sud arriva e ti tiene sveglio anche se è un po’ lento vedrai che correrà”, oh se corre, eccome, “Viento e terra”!

Lukaku – “La donna è mobile Qual piuma al vento, Muta d’accento E di pensiero”. Romelu invece no, non è affatto mobile visto che non lo sposti nemmeno se lo picchi caricandolo! Quando il Napoli segna lui c’è sempre, se no che Big sarebbe, “Stairway to heaven”, direbbero i Led Zeppelin!

Gilmour, Simeone, Mazzocchi e Ngonge – seppur inseriti da Mr. Conte nei minuti finali danno il loro importante contributo alla causa entrando in partita benissimo. Nel finale il colpo di testa di Simeone steso a terra, la dice lunga sullo spirito di squadra, con lui al suo fianco il Generale Cadorna avrebbe ribaltato Caporetto!

Mister Conte – forse non è ancora il Tesoro di San Gennaro ma è certamente tutto “L’oro di Napoli”. Di “promemoria” ne ha lanciati diversi, la Società dovrebbe mettersi a pari per essere all’altezza del Mister e di tutta l’Area Tecnica, programmando, investendo, supportandoli.

“La sera dei Miracoli” segna pian piano il passo ad una notte giovane che lentamente se ne va, che diventa “Notte astretta pe’ chi vvo’ durmì, Chiude l’uocchie e nun riesce a capì”. Una di quelle notti in cui “la macchina è calda E dove ti porta lo decide lei”, perché come dice sempre Liga, “Certe notti la strada non conta E quello che conta è sentire che vai”. E allora “Vai mò” Napoli!

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