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L’Angelus di domenica 20 febbraio

Porgi l’altra guancia.

Nel Vangelo di oggi Gesù da ai suoi discepoli alcune indicazioni di vita. Egli, riferendosi alle situazioni più difficili, quelle che ci vedono di fronte al nemico più ostile e alle situazioni più dure ci chiede di non cedere all’istinto e all’odio, ma di andare oltre, molto oltre. Gesu’ dice: <<Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano>>. Ed ancora <<A chi ti percuote sulla guancia offri anche l’altra>>.  Sembra che il Signore ci chieda due cose impossibili: amare i nostri nemici, e non reagire ai soprusi. Ma è davvero così? Il Signore ci chiede davvero l’impossibile?

Pensiamo al vissuto di Gesù. Durante la passione riceve uno schiaffo da una delle guardie. Gesù con gentilezza gli chiede: <<Se ho parlato male dimostrami dove è il male, ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?>> Gesù non resta impassibile dinanzi all’ingiustizia subita, ma non reagisce con l’odio, con la violenza; bensì con la gentilezza.  Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore. E’ questo il senso del porgi l’altra guancia. Porgere l’altra guancia è vincere il male con il bene, aprire una breccia nel cuore del nemico.  E’ un atteggiamento che deriva dall’amore e che abbandona, invece, il rancore che distrugge la persona.

Papa Francesco poi continua.<< E’ possibile amare i propri nemici? Ricordiamoci che il Signore, quando ci chiede qualcosa, vuole donarci anche la capacità di farlo. Non sarebbe possibile amare i propri nemici ma il Signore attraverso lo Spirito Santo ci dona la capacità di farlo e con questo amore saremmo poi capaci di rispondere al male con il bene. C osi’ fanno i cristiani.>>

Ma Sua Santità non si dimentica delle difficoltà del nostro vivere quotidiano e ci aiuta a mettere in pratica i dettami del Vangelo. Ci suggerisce di pensare ad una persona che ci ha fatto del male. Forse dentro di noi serbiamo rancore per quella persona. Proviamo allora ad affiancargli l’immagine di Gesù durante il processo, mite, accogliente e poi chiediamo allo Spirito Santo di agire nel nostro cuore. Forse il rancore che vi era poc’anzi comincerà a smorzarsi un po’. La prima cosa da fare- dice Papa Francesco – quando riceviamo del male è di pregare per quella persona. Non andiamo a raccontare agli altri il torto subito, ma fermiamoci e preghiamo affinché il Signore l’aiuti. Pregare è la prima cosa da fare per trasformare il male in bene.

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