Russia-Stati Uniti sembrerebbe una partita di cartello di un ipotetico torneo di calcio della Fifa se non fosse che questo scontro sta togliendo il sonno a mezza Europa .
Scontro economico e sociale prima ancora che ultragenerazionale e figlio legittimo della guerra fredda che dall’immediato dopoguerra ha angustiato le umane menti del vecchio continente. Sembrava appartenere alla storia questo dualismo e invece eccolo qua fresco e pimpante come solo le erbacce sanno essere; le piante che rischiano di regalarci cattivi frutti. L’oggetto del contendere l’Ucraina, il granaio dell’ex Unione Sovietica, una terra fertile ed appetibile per il pistolero che agisce in “russo” ma sogna in “sovietico” secondo alcune malelingue, sempre molto loquaci a questi livelli. Chi, invece, vuole ristabilire l’ordine è lo sceriffo che in modo “sacrosanto” ritiene l’Ucraina un paese libero. Questa, deve poter far parte dell’Europa, deve essere padrona del suo destino e perché no, se vuole, può decidere di aderire al patto Atlantico che la porterebbe a divenire compagna di merenda dell’ex blocco anti URSS. Un poco come vedere Totti con la maglia della Lazio: troppo per non pensare al pistolero che sfodera le Colt dalle lunghe canne e sventolarle sotto il naso dei vecchi cugini con il proposito di prendere Kiev, il cuore pulsante della nazione. Sembra dire: chi sono codesti “lupi intrusi” che si vogliono insinuare nel mio pascolo? Inutilmente lo sceriffo spiega al mondo intero che si tratta di una questione “morale” e che non hanno ragioni di esistere i dubbi che i maldicenti (ancora una volta) seminano: il tutore dell’ordine ribadisce che “una volta per tutte, non è un operazione stile “baia dei porci” a distanza di sessant’anni che vide i comunisti banchettare nei cortili a stelle e strisce nella patria di Castro”. Noi, poverini, che abbiamo visto sceriffi e pistoleri solo nei vecchi film, viviamo con il timore puerile che ci possano prendere i figli cresciuti a Play Station e WhatsApp e dotarli di mitragliatori e bombe a mano oppure nel migliore dei casi ci vediamo accendere falò per riscaldarci nelle stanze da pranzo (chi le ha). Ci si azzuffa verbalmente, filosovietici e filoamericani, come accade nei salotti tv dove il mostro viene a volte incarnato dall’orso russo, altre dallo zio Tom. Intanto le prime immagini ci testimoniano che ad Odessa, Kharvic, Mariupol cadono bombe e non coriandoli. Come al solito, quando i ricchi si fanno la guerra tra di loro sono i poveri a morire. Il pistolero e lo sceriffo sembrano troppo presi dalla loro parte per comprendere quanto male rischiano di farci. Ci sarà qualcuno capace di farglielo capire?