Il 28 novembre 1907 nasce Alberto Moravia, scrittore, reporter di viaggio, giornalista, saggista e critico cinematografico, con ben 15 candidature al Nobel che mai riuscì a vincere.
Romano, di famiglia borghese, si è sempre presentato ai lettori con una penna che scava, che ti costringe a sentire, più che a leggere…
La Ciociara, Il conformista, La Romana, La disubbidienza: non esiste un suo romanzo che non sappia amalgamare ambientazioni, realtà sociali, protagonisti, in una visione d’insieme che si appropria del nostro quotidiano fino all’ultima pagina.
Il suo “Gli indifferenti”, autopubblicato nel 1929 e subito acclamato dalla critica, rappresenta il primo romanzo esistenzialista italiano. Da allora ci ha regalato una trentina di pubblicazioni che continuano e continueranno a coinvolgere i lettori.
Conoscete, per esempio, il suo “La noia”? “La noia è per me una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà” dice, e cattura il lettore pagina dopo pagina con una dettagliata descrizione delle debolezze umane: schietta, cruda, priva di giustificazioni o di ricami che ingentiliscono, cattiva quanto lo è la verità, scomoda come può esserlo la realtà. Di certo in questo romanzo chiunque può trovarvi qualcosa che gli appartiene, che sta annidato in un antro nascosto dell’intimo, qualcosa che – seppure in parte – già si conosce.
È un libro che ti possiede e ti trascina in quegli oscuri dialoghi introspettivi che insegnano a non temere l’inferno, perché solo se lo conosci scopri che il paradiso esiste.
E che dire de “La disobbedienza”? È stato pubblicato nel 1948, e narra con grande abilità di una crisi adolescenziale, senza false ipocrisie, così com’è nello stile dell’autore.
Moravia, in molti dei suoi libri insegna il dettaglio, non è mai avaro di particolari quando si tratta di stati d’animo: un pensiero banale può riempire pagine e pagine senza annoiare, e la totale assenza di gioia di vivere di un protagonista diviene addirittura affascinante, ammaliante…
Grande viaggiatore, Moravia, ma i suoi viaggi più importanti dei quali resta traccia grazie ai libri, sono quelli introspettivi, all’interno di se stesso e dei suoi personaggi. Mai succube della sua profonda disperazione interiore, si lasciò sempre salvare dalla grande voglia di vivere. E… di scrivere.