Dare ragione della nostra speranza.
Il messaggio del Papa per la 57esimaGiornata delle comunicazioni sociali: la sfida della comunicazione
Il prossimo 21 maggio si celebrerà la 57esima Giornata delle comunicazioni.
Papa Francesco, per questa ricorrenza, ci tiene particolarmente a rivolgere la sua parola agli operatori della comunicazione. Gli anni scorsi i verbi centrali erano andare, vedere e ascoltare.
Quest’anno il verbo è parlare ma, attenzione, non semplicemente parlare, bensì parlare con il cuore.
Solo una comunicazione fatta col cuore può aiutare a sincronizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda dell’altro e può consentire il miracolo dell’incontro. L’appello a parlare con il cuore è particolarmente vero in questo tempo in cui l’informazione è spesso strumentalizzata e distorce la realtà.
Uno degli esempi più belli di comunicazione fatta col cuore viene dalla testimonianza di San Francesco di Sales. Vissuto più di 400 anni fa e vescovo di Ginevra col suo atteggiamento mite e la sua umanità riusciva a dialogare con tutti. E’ suo il motto “basta amare bene per dire bene” e la sua affermazione, quanto mai attuale “noi siamo ciò che comunichiamo”. Non a caso quest’anno ricorre il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti.
La Giornata delle comunicazioni sociali è ancora un po’ lontana ma il suo messaggio comincia già a diffondersi tra i giornalisti e gli operatori.
Il convegno di Acerra
Sabato 28 gennaio, all’interno della splendida cornice della Biblioteca vescovile della diocesi di Acerra, in occasione della ricorrenza di san Francesco di Sales, mons. Di Donna ha parlato ai giornalisti della nuova sfida della comunicazione.
Sono intervenuti Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Odg Campania; don Tonino Palmese, presidente Fondazione Polis; Guido Pacobelli Ragosta, Presidente Ucsi Campania e vicecaporedattore Tgr Campania.
<<La comunicazione fatta col cuore è il modus operandi a cui siamo chiamati noi giornalisti>> precisa Guido Pacobelli. <<E raccontare la verità con la carità è il nostro comandamento principale>>.
Sul connubio verità e carità si esprime ampiamente il vescovo Di Donna.
Non è semplice mettere insieme i due concetti nel mondo della comunicazione: verità senza carità rischia di scadere nel fanatismo o nell’ideologia e carità senza verità può trasformarsi semplicemente in una trasmissione di fatti o nozioni.
Un altro valore che non deve dimenticare mai un giornalista, continua mons. Di Donna, è la gentilezza.
La comunicazione, soprattutto oggi giorno che rischia di finire monopolizzata dai social e dal web, per essere di qualità deve essere gentile, istruttiva e stimolante. Va ritrovata la capacità di pensiero attivo e riscoperto il dialogo. Il tutto senza dimenticare mai i valori fondamentali dell’interazione con l’altro quali il rispetto e la dignità.