Nella giornata del commiato, il calcio giocato lascia spazio a bilanci e preventivi.
Il Napoli si laurea ufficialmente Campione d’Italia , con una festa al Maradona in omaggio anche al nume tutelare che ha accompagnato il cammino trionfale degli azzurri.
L’ombra di Diego ha sempre aleggiato sui calciatori e forse non è un caso che a chiudere un anno meraviglioso sia stato proprio un argentino, Giovanni Simeone, figlio di cotanto Diego, che quasi segno divino, ha realizzato un “golazo” che ha chiuso una stagione indimenticabile.
È stata però la serata di Napoli e dei napoletani, che allo stadio Maradona, in una kermesse condotta da un in formissima De Martino, che ha visto sfilare tutti i protagonisti con la loro guida un mister Spalletti emozionato ma felice, accompagnata da tanta musica e soprattutto dall’effetto dei tifosi che sono rimasti sugli spalti fino a notte fonda a festeggiare.
È stata però anche la notte degli addii, con Luciano Spalletti che tornerà nella sua Certaldo, in un anno sabbatico che gli consentirà di smaltire la sbornia di un anno magnifico e allo stesso tempo di grande impegno per la pressione di una folla che sa essere generosa ma esigente, che sa stringerti per affetto fino a quasi stritolarti.
Ci piace pensare che il mister, oltre il meritato riposo, avrà la possibilità di godere giorno per giorno la gioia di uno scudetto, conquistato con onore e maestria e come un padre con un figlio, accarezzarlo e vederlo crescere, consapevole di avere compiuto qualcosa di straordinario.
Sarà forse anche l’addio di Kim, in un finale già scritto che sembra volerlo sulle Sponde Inglesi in casacca Manchester, non senza qualche rimpianto, per una piazza che lo ha amato come non avrebbe mai immaginato e come purtroppo per lui non sarà mai così altrove , ostaggio a questo punto di una clausola rescissoria che lo ha portata a valutazioni affrettate e forse prese in periodi lontani. Non immaginava il coreano un crescendo di stagione come quello vissuto sulle Sponde di partenopee e la proiezione nella immortalità! Se non fosse per un impegno già scritto il colosso della difesa probabilmente avrebbe volentieri continuato ad essere il baluardo e uno dei leader di questa squadra che ha ancora tanto da raccontare.
Sarà forse così anche per Victor Hosimen, anch’egli attratto da sirene inglesi, ma che adesso alla luce di quanto raccolto a Napoli, non sembra più tanto sicuro che altri lidi gli possano garantire una così elevata qualità e visibilità, costruita e rafforzata grazie ad una intesa come quella raggiunta con un gruppo, che lo ha eletto, seppur così giovane leader carismatico.
Non troverà il nigeriano un altro compagno di scorribande come kvitcha Kvaratsvhelia, che ne ha assecondato le voglie e i desideri, con passaggi e assist al bacio, che hanno consacrato l’uno capocannoniere della serie A e l’altro miglior calciatore del torneo.
Sarà così forse anche per il chuki Lozano, che nella giornata conclusiva si è lasciato andare ad un pianto commovente stretto nell’abbraccio della moglie.
Chissà se il messicano non rimpiangerà le improvvide dichiarazioni, rese tempo addietro, con le quali aveva manifestato, non senza un pizzico di presunzione, di ambire a mete più importanti in squadre più prestigiose.
Sarà anche l’anno di Giuntoli alla Juve, artefice di successi partenopei ma adesso promesso sposo di una società in questo momento in grave difficoltà a cui verrà affidato l’arduo compito di riportare la Vecchia Signora ai fatti del passato
C’è però un presente ma soprattutto il futuro, si chiama e si chiamerà ancora Giovanni Di Lorenzo il capitano carismatico che e riuscito a suon di fatica a conquistarsi il rispetto dei compagni e l’ammirazione dell’intera platea nazione, un uomo d’altri tempi un uomo vero
Qualunque cosa sarà comunque non cancellerà l’anno indimenticabile che ha regalato tante gioie ai tifosi azzurri in tutti i 5 continenti e se qualcuno dovesse temere ancora per quello che sarà, allora dormite sonni tranquilli perché ci penserà lui… Aurelio de Laurentiis.