Può un solo uomo modificare da solo le sorti di una gara di calcio? La risposta ovviamente dipende dai punti di vista.
Se parliamo di Diego Armando Maradona, il dio del calcio, questa appare scontata, diversamente se la si inquadra sotto un altro punto di vista, quella della prospettiva, allora bisogna rispondere ancora sì, un uomo può cambiare le sorti di una gara.
E’ accaduto ieri quando con l’ingresso di Mario Rui, in campo Il Napoli ha letteralmente cambiato faccia.
“marittiello” come affettuosamente chiamato dai tifosi del Napoli, ha letteralmente fatto impazzire la linea difensiva degli Isolani, creando lo scompiglio nelle fila dei gialloblù;
Nulla hanno potuto Nandez e Deiola per arginare il turbo azzurro. Nei 31 minuti di gioco 12 passaggi riusciti e 1 assisit. Dai suoi piedi sono partiti finalmente i lanci che hanno reso possibile innescare i diamanti partenopei, Kvaratskelia, fino a quel momento isolato e senza il supporto di un compagno che gli concedesse campo e soprattutto lo lanciasse in profondità è sembrato rinato, giocando finalmente per la squadra e non solo per se stesso.
Victor Osimhen poi quello che probabilmente più di tutti ha beneficiato del terzino sinistro, sul cui cross, l’ennesimo peraltro, al bacio, ha inzuccato prepotentemente con un colpo di testa la porta difesa da Scuffet, piegando letteralmente le mani all’estremo difensore cagliaritano.
L’ingresso però in campo di Mario Rui non ha potuto comunque mascherare una fragilità difensiva dell’impianto azzurro.
Se da un lato la squadra di Mazzarri ha guadagnato in termini di proposizione della manovra di gioco, ha però inevitabilmente pagato dazio nella fase difensiva. E’ noto infatti che Mario Rui è un eccellente terzino sinistro dal centrocampo in su, pecca però purtroppo nella fase difensiva, lì dove invece Nathan maggiormente propenso proprio in questa fase sembra colmare le lacune, senza però riuscire a dare l’apporto giusto in fase di appoggio al compagno di linea Khvicha Kvaratkelia.
E’ sempre il discorso della coperta troppo corta o troppo lunga. Gli azzurri infatti subito dopo il primo gol di Victor Osimhen realizzato al 69esimo, in appena 3 minuti hanno subito la rete del pareggio alla prima vera azione dei sardi, segnata dall’ex Leonardo Pavoletti peraltro ieri assai animato in campo, che non solo ha presa sportellate chiunque gli passasse nelle immediate vicinanze, ma è sembrato davvero l’ultimo ad arrendersi giocando una gara davvero brillante.
Per fortuna il nigeriano, rianimato ha giocato una palla incredibile, destreggiandosi nell’area di rigore della squadra di Ranier, riuscendo e consegnare un pallone filtrante, delizioso al Georgiano che di Destro con un potente tiro ha realizzato il gol della Vittoria.
2 a 1 e finale ovviamente sofferto per gli azzurri ancora in preda agli spettri di una improvvisa rimonta degli avversari.
Una ulteriore riflessione fa emergere l’innesto di Mario Rui sulla sinistra, se è vero che il giocatore di ruolo copre sicuramente meglio la posizione assegnatagli in campo, rimane comunque questa famosa fragilità che non appare solo difensiva ma di squadra tutta.
Fragilità che evidentemente lo scorso anno Min Jai Kim, riuscì a mascherare, forte delle sue indubbie doti atletiche, di corsa e soprattutto di leadership in una zona nevralgica del campo, lì dove Rrahmani appare spaesato senza un condottiero e Juan Jesus un aggiusto in corso d’opera.
A questo si aggiunga che la diga di centrocampo, Zambo Anguissà sembra avere perso lo smalto dei giorni migliori, allora probabilmente si ha la quadra di uno dei motivi del deficit degli azzurri, soprattutto dalla linea di centrocampo in giù.
In qualsiasi caso la partita è stata portata a casa, Mister Mazzarri sembra avere infuso nei propri giocatori, coraggio e soprattutto un po’ più fiducia nei propri mezzi e le partite vinte, come si dice in gergo calcistico “sporche” rappresentano da sempre un suo marchio di fabbrica.
Il Napoli doveva uscire dalle acque paludose in cui lo avevano relegato le ultime prestazioni, davvero assai discutibili e la missione è compiuta. Resta a questo punto da vedere se si riuscirà a dare continuità quantomeno ai risultati e poi successivamente preoccuparsi del bel gioco.
Ai posteri l’ardua sentenza…