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Streaming: la nuova frontiera delle pubblicità

Youtube, Netflix e ora, addirittura, Prime video la pubblicità ha invaso il mondo dello streaming e lo ha conquistato in un battito di ciglia. Diciamo addio a quelle maratone di serie TV o film senza interruzioni, che permettevano di gustarci al meglio questo intrattenimento che per chi può e, soprattutto, ha disponibilità economica non è del tutto finito.

Il “metodo” Netflix e la pubblicità aggressiva

Per usare una citazione del grande scrittore, Geoffrey Chaucher: “Guadagni chi può, perché tutto è da vendere”; ora, anche per liberarsi di pubblicità sempre più aggressive, di inserzioni che durano un’eternità, vendono pacchetti a prezzi spropositati. Uno di questi casi è quello di Netflix.

Il colosso statunitense, infatti, offre tre pacchetti di streaming che includono varie opzioni ma solo due permettono di godersi uno streaming senza pubblicità, mentre il più “cheap” – conveniente – offre sì la possibilità di godere degli eventi sulla piattaforma ma con varie inserzioni pubblicitarie che distolgono di molto l’attenzione dai programmi.

L’ultimo grande sito di streaming a decidere di inserire queste inserzioni all’interno dei propri eventi è stato, come detto poc’anzi, Prime video che, però, a differenza della grande N divide lo slot delle pubblicità in solo due inserzioni (come ci è capitato di constatare, guardando varie serie sulla piattaforma) che, però, unendole hanno una durata di quasi 4 minuti: uno sproposito.

Capiamo che queste azioni vengono fatte per garantire maggiori introiti e un maggiore fatturato alle proprie aziende, ma, nel contempo, ci chiediamo se è effettivamente corretto impedire alle persone di poter gustare il proprio programma in modo lineare ricordando che i costi dei servizi streaming stanno aumentando sempre più e che una delle cause per cui la televisione ha perso molta audience è stato, soprattutto, un “palinsesto” pubblicitario asfissiante che vedeva interruzioni di programmi, come film, durare anche un quarto d’ora. Quindi, prendendo in considerazione questi ultimi fattori, questa nuova frontiera della pubblicità potrebbe sì rivelarsi conveniente a livello di ricavi, ma quanto ancora potrà durare prima che la gente si stufi anche di questa tipologia di streaming?

Queste scelte, inoltre, fanno avvicinare sempre più le persone alla pirateria dove trovano una comfort-zone data da una totale mancanza di pubblicità, oltre che da prezzi accessibili.

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