Dopo il pareggio con il Lecce, i partenopei perdono l’ultima chiamata per l’Europa. Nonostante la vittoria dell’Atalanta ai danni del Torino, gli azzurri sprecano l’occasione di superare i granata per qualificarsi alla prossima Conference League.
Partita che rappresenta il percorso del Napoli di quest’anno; squadra troppo sterile e scolastica nella costruzione e fragile nella fase difensiva , come in occasione del palo colpito da Dorgu in avvio di gara.
Troppi errori nelle scelte e nell’esecuzioni tecniche soprattutto nell’ultimo passaggio, come dimostra l’assenza di tiri in porta nella prima frazione di gioco.
Solamente nel secondo tempo, dopo gli ingressi di Raspadori e Ngonge, al posto di Simeone e Politano, il Napoli inizia a essere pericoloso.
Il belga sfiora il vantaggio al 49esimo con una conclusione potente sotto la traversa ma deviata egregiamente da Falcone.
Qualche minuto prima Cajuste colpisce il palo e successivamente la traversa nega la gioia del gol a Ngonge.
Il Napoli cresce ma è troppo impreciso negli ultimi venti metri. Calzona sostituisce Cajuste, ma neanche l’ingresso di Osimhen cambierà le sorti della gara.
Gli azzurri salutano i tifosi con quest’ultima prestazione, confermando una stagione disastroso per il gioco e per i risultati ottenuti.
Non è bastata la differenza di motivazione in campo con un Lecce salvo e leggero nella testa e un Napoli che quanto meno poteva dare un senso al finale di stagione.
Finisce il campionato, gli azzurri salutano il tricolore e perdono tutte le certezze di un gruppo che aveva impressionato per qualità e unità di intenti.
La società non dovrà più sbagliare, nella scelta del nuovo tecnico e nella valutazione del gruppo squadra; analizzare le singole motivazioni per evitare tali risultati e prestazioni come quella di oggi.
Claudio Cava
autore della pagina Facebook “081Azzurro”