Se lo scorso anno in un momento di euforia e gioia comune – date dalla vittoria del terzo scudetto – si era scelta, per la magnificata stagione del Napoli, il titolo del film di Massimo Troisi “Ricomincio da tre”; oggi il titolo perfetto, ripreso da una delle commedie del leggendario Eduardo De Filippo, è “Questi fantasmi!”.
Così come nella commedia eduardiana ci viene raccontato da Raffaele, il portinaio della storia, che Carmela, la sorella del Grande di Spagna Rodriguez Lòs Deriòs, dopo aver visto un fantasma era divenuta canuta e “scema” – possiamo dire che nello stesso modo alcuni calciatori della S.S.C. Napoli dopo aver conquistato lo scudetto, aver visto gioire il popolo partenopeo, abbiamo subito la stessa sorte di Carmela.
Forse che lo spirito napoletano, il quale si è manifestato nei festeggiamenti, abbia trovato impreparati dei giocatori che a differenza di 33 anni fa avevano un D10s in squadra ad assorbire questo spirito? Ma, comunque, un’altra stagione si è conclusa con un Napoli “scimunito” che anche nell’ultimo incontro di campionato contro il Lecce non è riuscito a mostrare gli artigli, ad avere un moto d’orgoglio e portare a casa almeno un’ultima vittoria che avrebbe garantito un posto in Europa.
Unica nota positiva per i napoletani è stata il poter assistere ad una proposta di matrimonio avvenuta prima del match e che ha avuto esito positivo.
Il primo tempo della partita contro i salentini non ha visto, da parte dei partenopei, azioni degne di nota se non per un tiro uscito di poco a lato di Matteo Politano (uno dei pochi a salvarsi da questa annata sciagurata).
Il secondo tempo, invece, è stato decisamente più scoppiettante con gli azzurri che, dopo gli ingressi di Cyril Ngonge e Giacomo “Jack” Raspadori, sembravano essersi risvegliati e aver trovato nuova linfa (soprattutto capitan Di Lorenzo). Per gli appassionati delle statistiche e dei numeri, il primo tiro in porta del Napoli è avvenuto tra il 48′ e il 49′ e a centrare la porta, però senza successo, è stato proprio l’ex Verona Ngonge, che sicuramente avrebbe voluto festeggiare il proprio compleanno almeno con una rete. Altre due potenziali occasioni da rete, a seguito di quel tiro, sono arrivate ai partenopei però – anche in queste occasioni – non hanno portato al gol.
Da segnalare, oltre agli innumerevoli striscioni apparsi nelle due curve, i fischi e i cori di disapprovazione rivolti a tutti i giocatori che sono usciti a capo chino, come dei cani bastonati.
Si conclude così una stagione fallimentare sotto ogni punto di vista, che – al contrario del viaggio dantesco – ha portato i tifosi partenopei dal paradiso alle viscere più profonde dell’inferno.
Ah…. questi fantasmi!