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Siamo tutti in nomination

C’è ancora moltissimo da scoprire e da comprendere sulla vicenda della Equalize S.r.l., finita giorni or sono sotto inchiesta della Procura di Milano per una storia assai allarmante di dossieraggio di cui, c’è da scommetterci, sentiremo ancora parlare.

Posseduta da Enrico Pazzali (dimessosi dalla carica di Presidente della Fondazione Fiera di Milano) e da Carmine Gallo (ex poliziotto di spicco della squadra mobile di Milano), la Equalize aveva come proprio core business l’analisi di rischi aziendali, in estrema sintesi, era una società di investigazione di alto profilo.

I suoi clienti erano non solo, ma prevalentemente, grandi aziende e uomini di affari, per i quali la società raccoglieva informazioni utili per arrivare ad esempio preparati ad una trattativa o per la selezione di managers apicali. Nata nel 2018, con sede proprio alla spalle del Duomo Meneghino, secondo alcune fonti, la Equalize avrebbe chiuso l’esercizio 2023 con un giro di affari di 2 milioni di Euro ed un utile di 648.000 Euro, niente male per una società con appena sei anni di attività. Per la Procura di Milano, la compagine societaria avrebbe fin’ora spiato illegalmente, oltre 700 persone impegnate nei più disparati settori, politici, magistrati, imprenditori, finanzieri, managers, rappresentanti delle istituzioni, sportivi, artisti, vip, e “confezionato” abusivamente dei veri e propri dossier, attingendo informazioni da banche dati riservate del Ministero dell’Interno, in uso alle forze dell’ordine, e di altri organi dello Stato. La Procura di Milano, che ha posto sin qui una sessantina di persone sotto indagine, sostiene che la Equalize sarebbe perciò diventata la centrale di una sospetta, organizzata e sistematica attività di raccolta dati, acquisiti e trattati illegalmente. Il bilancio 2023 depositato dalla società, stando a quanto riportato da alcune testate on line, evidenzia rispetto all’esercizio precedente, un sensibile aumento dei costi di ammortamento per le immobilizzazioni immateriali, ossia il procedimento che distribuisce su più esercizi, il costo di un investimento pluriennale di beni intangibili, come ad esempio software, spese per la ricerca e lo sviluppo, diritti su brevetti o ampliamenti di impianti. Ricade sotto questa voce, anche il costo della piattaforma “Beyond”, il database finito al centro dell’indagine della Procura milanese. Lanciata sul mercato da Equalize con un investimento di 140mila euro, Beyond offriva report e un sistema di analisi dei risultati, aggregando ed integrando informazioni da varie fonti. Dal racconto che emergerebbe dai documenti di inchiesta, pare fosse possibile accedere fisicamente alla piattaforma Beyond come amministratore di rete, da un solo computer dell’ufficio della società. La piattaforma si appoggiava a sua volta su cinque database e su tre server, situati a Milano, Londra e in Lituania, ed era in grado di stilare report giornalieri sulla profilazione della clientela (chi si collega, cosa cerca, da dove, per quanto tempo, quante volte, con quale computer, con quale browser). Gli interrogativi assai allarmanti che la vicenda pone, gli scenari criptici, i rischi aberranti di un concreto ribaltamento del sistema democratico e della restrizione delle libertà personali, sono molto ben raffigurate in un’intervista rilasciata a ”Il Giornale” da Marco Minniti, ex Ministro dell’Interno con delega ai Servizi Segreti del governo Renzi e attuale Presidente della Fondazione Med-Or. “E’ la tecnologia bellezza!”, verrebbe da dire, o meglio è il suo lato dark (che per fortuna non è l’unico!). Mi torna alla mente, pur distinguendone il dissomigliante contesto, la storia di “Le vite degli altri”, opera cinematografica del 2006 vincitore del premio Oscar come miglior film straniero, ambientato nella Berlino Est del 1984. La pellicola narra l’attività sistematica di spionaggio effettuata all’epoca dalla Stasi (organo di sicurezza dell’allora DDR, Repubblica Democratica Tedesca) nei confronti di un famoso intellettuale e più in generale di tutta la popolazione. L’impressione al quanto netta, è che vi sia in atto, sopra le nostre teste, una guerra cibernetica, intangibile, immateriale, (come la piattaforma Beyond) che si combatte, per il momento, non con le armi ma con le informazioni. La tecnologia è oggi sempre più considerata come una divinità; come il Dio in cui crediamo, non la vedi ma sai che c’è, ti fidi, gli credi e ti lasci condizionare! Questo paradigma è assai ben declinato da Chiara Valerio, ne “La tecnologia è religione”, libro acuto, piacevole ed interessante edito da Einaudi. D’altronde l’evoluzione tecnologica è riuscita a tradurre in pratica il desiderio umano di travalicare la materia della propria struttura fisica, divenendo una sorta di protesi correttiva che amplia e corregge i limiti del nostro corpo. L’informazione è potere diceva Aaron Swartz, programmatore, scrittore e attivista statunitense, considerato uno dei paladini per la libertà di informazione su Internet. Il sospetto però è che il caso Equalize, allarghi pericolosamente l’orizzonte, spostando l’accento dal potere tradizionalmente inteso, ossia facoltà di fare o non fare secondo la propria volontà, a quello del possesso della memoria. E’ evidente che il dominio della memoria e la sua contraffazione, siano faccende politiche. Proviamo a chiederci che aspetto assumerebbe la realtà se vivessimo invasi da dispositivi in grado di modificare il tempo? Quali sarebbero gli effetti su scala diffusa, se il passato venisse cancellato prima della memoria di chi lo ha registrato? O ancora, quali potrebbero essere le conseguenze se il passato prendesse la forma del presente, di qualcosa che sta avvenendo ora, senza che decidiamo nulla? E se tutto questo fosse manovrato da poche perfide menti e qualche mano infetta, insomma da una nuova specie di “figli di trojan”, a cosa andremmo incontro? Occorre necessariamente specificare, per quei pochi che non lo sapessero, che i trojan (loro “figli” inclusi), nulla hanno a che vedere con reputazioni di madri discutibili o chiacchierate. Si tratta di virus (malware) apparentemente innocui, spesso mascherati da altri software e quindi ingannevoli. Per questo, gli utenti vengono in genere fuorviati da una qualche forma di social engineering nel caricamento e nell’esecuzione di trojan sui loro sistemi (fissi o mobili che siano). Una volta attivato, il trojan può consentire ai cybercriminali di spiare l’utente, rubarne o alterarne i dati sensibili e ottenere l’accesso al sistema. C’è da dire che i trojan per la loro efficacia, vengono utilizzati anche dalle forze dell’ordine in ambito di attività investigative. Già adesso la nostra memoria è in larga parte consegnata agli account delle varie piattaforme social, è proprio il caso di consentire altro, col rischio di perderne totalmente la titolarità e l’uso? Non esistono più le spie di una volta, per intenderci come l’Avvocato James Donovan personaggio reale magistralmente interpretato da Tom Hanks nel film “Il ponte delle spie”. Oggi l’attività personale di relazione e copertura, di intelligence e di collegamento sul campo (mettere le orecchie per terra come si dice in gergo), la capacità di negoziazione imprescindibile di cui l’Avv. Donovan dà nel film un saggio da manuale universitario, sono sopraffatti da database ed algoritimi ai quali si crede senza discernimento, lasciando però scoperte crepe enormi; ne sa qualcosa lo Stato di Israele, secondo il parere dell’ex Ministro Minniti nell’intervista citata, a proposito dei buchi nel suo sistema di sicurezza che hanno portato a subire l’attacco del 7 ottobre2023. L’Equalize affair nasce quando non si è ancora spenta l’eco dell’inquietante vicenda dei conti correnti abusivamente spiati da un funzionario di Intesa San Paolo. Insomma, sembra proprio che il Grande Fratello, si stia spostando dalla programmazione delle reti televisive Mediaset al palinsesto delle reti cyber, allargando la pletora di concorrenti la maggior parte dei quali sono del tutto ignari e inconsapevoli della loro partecipazione allo show. Server, clouds, database, si avviano galoppando ad essere i nuovi confessionali del prossimo futuro, ma poi, saremo mica tutti in nomination?

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