Dopo il recente divieto di trasferta per i napoletani a Roma in occasione di Lazio-Napoli di Coppa Italia, prosegue la dura linea di chiusura verso i tifosi partenopei.
In un mondo in cui la lotta al razzismo è ormai tra i topic più in voga, i napoletani continuano a subire chiusure immotivate o ingiuste del rispettivo settore ospiti in trasferta. Ancora una volta il CAMS ha deciso, infatti, di vietare l’accesso ai tifosi napoletani per le prossime tre gare fuoricasa (Udinese, Genoa, Fiorentina ndr.). Sommando a esse i futuri e probabili divieti di Bergamo e Roma, i napoletani potranno tornare in trasferta addirittura solo a febbraio inoltrato.
Il motivo? I presunti scontri avvenuti fuori lo stadio del Torino domenica scorsa, poco prima della partita, tra la polizia e alcuni tifosi (non ultras, ndr.) senza biglietto.
«Non sentiamo di meritare questo trattamento di odio. Non può pagare un popolo intero per pochi individui. Quando altrove capitano situazioni peggiori, non viene emanato nessun divieto. Non è questo il modo corretto di analizzare e risolvere un problema» – questi i retropensieri dei tanti tifosi delusi, desiderosi solo di sostenere la propria squadra in tutta Italia.
La sensazione generale, infatti, è che spesso l’Italia e le forze dell’ordine preferiscano rimandare la risoluzione del problema, disinteressandosi totalmente della passione che un popolo riversa nel tifo a favore della propria squadra. D’altronde un divieto di trasferta per i napoletani non li bloccherebbe dal compiere eventuali gesti estremi, anzi fomenterebbe inutilmente solo altro odio.
Stavolta la stangata è stata dura. I tifosi sperano soprattutto in un intervento di apertura e collaborazione delle autorità competenti, e di sostegno da parte anche della società SSC Napoli.
Nel 2024 (quasi 2025) è ancora necessario vivere in un Paese dove la chiusura equivalga alla risoluzione del problema?