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Napoli e Kvicha

E se ne va

E se ne va …. 🎼 🎤 non solo la capolista a quanto pare, ma anche il suo giocatore più talentuoso. Kvara, politicamente assente anche contro l’Hellas e il Napoli, sembrano più che mai condividere l’incipit del profetico coro, divisi però dalla destinazione finale del moto a luogo, che ne separa il viaggio, le strade, i destini.

La capolista va verso il consolidamento del primato in classifica suggellando, partita dopo partita, le aspirazioni per la conquista del titolo, Kvara invece, insegue un tram chiamato desiderio, destinazione Parigi. E’ il mercato bellezza! E’ nella logica e nelle dinamiche della mercanzia pallonara. Tutto normale quindi? O forse c’è da chiedersi: perchè adesso? Perché proprio in una sessione di mercato ritenuta “di riparazione”, nel bel mezzo di una singolar tenzone che se fosse, sai che gran soddisfazione? Kvara è (l’ultima?) scoria tossica, figlia della velenosa sciagura manageriale post scudetto. Nell’esemplare, apprezzata e onesta conferenza stampa pre partita con gli Scaligeri, Mister Conte non si è affatto nascosto, ne ha avuto per tutti, non risparmiando nessuno, nemmeno se stesso, distribuendo sul caso Kvara in maniera razionale e chiara, porzioni di responsabilità che ciascuno può ripartire come meglio crede. Hai voglia però a ripetere che sei al centro del progetto se poi guadagni, immeritatamente, meno di Marittiello e di J. J., con tutto il rispetto si intende! Gli squilli di tromba, protratti per circa 2 anni, su un ipotetico e strameritato adeguamento contrattuale più volte annunciato ma mai attuato, hanno fatto il resto e favorito la quasi certa dipartita del georgiano nostro. “Parigi val bene una messa” ebbe a dire qualcuno secoli fa, significando che vale la pena compiere un sacrificio se questo consente di ottenere uno scopo importante. Sarà così? Per il Napoli e Kvara, Parigi vale certo un gran bel pugno di dollari e ci sta. Ciò che qualche perplessità desta è il momento in cui la cessione si verifica (anzi, si verificherebbe per meglio dire) e le condizioni a corredo (classifica ed ambizioni, più o meno velate, in primis). Se Parigi fosse, a Kvara va riservato lo stesso trattamento già andato in onda la sera del 19 settembre del 1981 in Plebicito’s Square, i boomers come me ricordano, ai millennials Google rivelerà. “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”, canta Francesco De Gregori in uno dei suoi capolavori. Kvara perciò non è un giocatore ma il giocatore, riuscendo a concentrare su di sé, romanticamente, poeticamente ed efficacemente tutti e tre i requisiti. “Mi auguro di riuscire nell’intento che il Napoli non venga più visto come una squadra di passaggio” ha detto il Mister nella citata conferenza stampa. Un bel messaggio per la Società. Il caso Kvara racconta di una dissociazione ancora evidente tra la parte tecnica, che funziona benissimo, e quella societaria ancora impastoiata in pregresse dinamiche perverse. La Proprietà ha già dato ampia e sapiente dimostrazione di saper cambiare, l’auspicio è che riesca ad assestare anche meccanismi societari ed imprenditoriali, la qual cosa attesterebbe di aver perso il pelo e pure il vizio. Per farlo ci sono varie strade e alla Società non mancano idee e mezzi per attuarle eventualmente. La crescita competitiva, la brand reputation, l’attrattività verso l’esterno, passano anche per queste vie! Forza Napoli Sempre!!

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