Game over Napoli? Così sembrerebbe almeno per quanto riguarda i giochi di potere per lo “scudettone” sempre più ambrosiano, che ancora una volta sembra non volersi schiodare dal brumoso segmento Milano-Torino.
L’Inter si sbarazza del Torino con il minimo indispensabile (1-0) e vola a più sette dagli azzurri, seguita a ruota dai cugini riscattati del Milan, padrone ad Empoli (2-4).
In tre partite al Maradona, Spalletti perde due volte di misura con Empoli e Spezia, senza segnare nemmeno un gol e impatta 1-1 con il Verona, dilapidando con cupa rassegnazione l’inizio da record di dieci vittorie nelle prime undici partite di serie A e il prezioso “tie break” di San Siro, che a questo punto, sembra una isolata noce che ha fatto rumore, fino a quando non è stata messa nel sacco.
Arbitri, sfortuna e assenze non c’entrano più perché si devono fare i conti con un rendimento casalingo disastroso, quanto miracoloso era stato il rendimento all’inizio del team di ADL.
Lo Spezia nulla ha rubato, con un match accorto che non si è limitato solo al puro catenaccio.
La squadra ha fatto il regalo di Natale al suo allenatore Tiago Motta dato per spacciato e destinato a sentire solo il profumo del classico panettone.
Chissà se dopo l’impresa di Napoli riuscirà a mangiarlo. Chi gusterà roccocò, mustaccioli e finanche la pastiera sarà invece “Lucianone” Spalletti che avrà modo di ripensare al suo Napoli smarrito.
Lo dovrà cercare nei meandri delle incertezze palesate dalla trequarti in su con un attacco che senza Insigne manca di personalità, cattiveria e carica adrenalinica.
Una volta ritrovato lo dovrà dotare di carisma, merce rara all’interno della rosa azzurra e per questo, magari chiedere aiuto al presidente.
Gennaio non è solo il mese della coppa d’Africa, è pure mese di mercato.